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POESTATE da non perdere, «Vi dico perché...»

LUGANOPOESTATE da non perdere, «Vi dico perché...»

15.05.17 - 07:00
Armida Demarta, l’anima della rassegna luganese, ci spiega gli eventi da seguire assolutamente e perché, oggi più che mai, c’è bisogno di poesia
Poestate
POESTATE da non perdere, «Vi dico perché...»
Armida Demarta, l’anima della rassegna luganese, ci spiega gli eventi da seguire assolutamente e perché, oggi più che mai, c’è bisogno di poesia

LUGANO - Dietro ai suoi occhiali scuri, Armida Demarta nasconde una carica e una grinta non comuni. Un fiume in piena di passione ed entusiasmo. Dal 1997 guida POESTATE, il festival che si può considerare tra i principali eventi letterari del Canton Ticino e che ha visto sfilare a Lugano alcuni dei grandi nomi della scena mondiale. Le abbiamo chiesto di parlarci un po’ delle edizioni passate, e di cosa c’è di assolutamente imperdibile in quella che sta per arrivare.

Poestate, da due decenni, apre il cartellone degli eventi estivi di Lugano e di tutto il Ticino. Il pubblico magari dà per scontato che tutti gli anni ci sia, ma quanto lavoro c’è dietro l’organizzazione di questo festival?

«È Il primo e più importante festival letterario del Canton Ticino, internazionale e multidisciplinare, che ho fondato a Lugano nel 1997. Dietro a un piccolo budget c’è un grande lavoro di organizzazione che si fa sempre più professionale: dall’ottimizzare le risorse a disposizione al creare un quadro di programma, segmenti che necessitano di un’applicazione attenta e costante impegno. Certo è che la portata del lavoro organizzativo con un piccolo budget è molto più intensa, paragonata con festival con grossi fondi e uno staff a disposizione. Ma, nonostante le difficoltà, ogni anno è sempre un grande successo».

La multidisciplinarietà è sempre stata un punto forte di Poestate: come si riesce a far convivere un filosofo e un poeta, un performer e un narratore, un musicista e un pittore nella stessa rassegna?

«La formula dell’attività multidisciplinare sperimentata in due decenni è una formula di successo, tanto da essere copiata da altri eventi. POESTATE è da sempre un progetto culturale d’avanguardia: un intenso mix di idee, coraggio, intuito, forza, empatia, creatività, audacia, pensiero libero, innovazione, attivismo, sperimentazione. È multipolare dunque non allineato, rifugge i club dunque aperto nella sua progettualità, ricerca intrecci continui di espressioni, che siano aristocratiche o rumorose. Come un calligramma di Apollinaire…»

Sono centinaia i nomi passati a Poestate in queste 21 edizioni: quali ricordi con maggior piacere?

«Tanti i personaggi che ricordo con piacere: Evgenij Evthushenko, Bella Achmadulina, Giancarlo Majorino, Xi Murong, Elio Pecora, Moni Ovadia, Piergiorgio Odifreddi, Corrado Augias, Mario Dondero, Matteo Guarnaccia, Ma Desheng, Mogol, David Riondino, Joseph Tusiani, Cinasky, Don Gallo, Alberto Nessi, Alberto Pellegatta, Alessandro Quasimodo, Diego Fusaro, Tacitevoci Ensemble, Trio Nefesh, Note Noir, Davide Monopoli, Daniele Bernardi, Marko Miladinovic, Buccella & family, e tanti tantissimi altri, ospiti, e amici, tutti hanno contribuito a costruire questo straordinario progetto culturale, un festival ad alta frequenza poetica».

C’è qualche autore o evento che non sei riuscita a portare a Lugano, e al quale ripensi con rimpianto?

«Sì, sono numerose le proposte che per motivi di spazio e di budget non è stato possibile mettere in cartellone, davvero un peccato».

Segnalaci quattro eventi di quest’anno che assolutamente non si possono perdere.

«Come ogni anno il programma è sempre molto ricco di proposte seguite da un pubblico misto. Da non perdere quest’anno Gaetano Curreri, Andrea Scanzi, Diego Fusaro e Chandra Livia Candiani».

Quale ruolo ha oggi la poesia, e perché c’è bisogno di “resistenza poetica”?

«Non c’era, non c’è, e non ci sarà una forza in grado di vincere la poesia! E dunque, “resistenza poetica”!»

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