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INTERVISTA"La mia prima volta a Locarno con una bistecca di struzzo"

09.08.13 - 08:00
Sergio Castellitto ha ricevuto al Festival del film il premio alla carriera. Ci ha raccontato cosa non gli piace del cinema italiano e quali film non farebbe mai
Keystone
"La mia prima volta a Locarno con una bistecca di struzzo"
Sergio Castellitto ha ricevuto al Festival del film il premio alla carriera. Ci ha raccontato cosa non gli piace del cinema italiano e quali film non farebbe mai

A Locarno ha ricevuto il Pardo alla carriera. È tempo dunque di bilanci?
"È un prepensionamento (ride). No, nessun bilancio. Credo che il premio alla carriera non sia un punto di arrivo, bensì un punto di partenza. Ora devo dimostrare di essere in grado di essermelo meritato. Mi piace l'idea di ricominciare. Il Pardo è un bel premio. Pesa. Ha qualcosa dentro".

Che rapporto ha con il Festival di Locarno?
"Ci sono venuto da pischello, 27 anni fa. Ero ragazzino. Dovevo presentare 'Dolce assenza'. Ricordo che mangiai per la prima volta una bistecca di struzzo su un tagliere di legno. Io ero un piccolo provinciale e restai estasiato di fronte a quel piatto. Era un periodo in cui andava di moda la carne di struzzo"

Come le sembra questo Festival?
"Dicono che sia il più piccolo dei grandi festival, ed è una definizione che calza a pennello. È un luogo dove hai ancora la sensazione di parlare di cinema, di un cinema scomodo e nello stesso tempo non disdegna di presentare film belli".

Cosa non le piace del cinema di oggi?
"Il fatto che non ci sia più una grande generazione di autori, di registi, di sceneggiatori, di attori, ma anche di giornalisti.  Prima c'era una generazione che aveva avuto in comune un passato drammatico come la guerra. Avevano un presente con il quale erano in conflitto, e quindi volevano costruire qualcosa. Era una generazione che aveva solo il cinema. Oggi manca tutto questo, e gli attori e i registi hanno anche la tv".

Quale rimprovero fa ai registi italiani?
"Quello di preoccuparsi troppo spesso del sucesso di critica e pensare ai premi, piuttosto che piacere al pubblico e fare cassa. Sembra quasi che incassare soldi voglia dire fare i cinepanettoni di Natale".

Che tipo di film non farebbe mai?
"Un attore sceglie di non fare un film per diversi motivi; perchè non vuole lavorare con quel regista o con quell'attore. Ho rifiutato solo quei film che avrebbero potuto mettere in imbarazzo i miei figli, ma non perchè avessero immagini scabrose, ma perchè ritenevo di non doverli fare".

In che modo il cinema deve cambiare?
"Non deve avere paura di accettare le novità. I miei figli guardono i film sul cellulare, sul computer. Oggi il cinema è anche questo. E va bene così. Se non accettiamo la novità siamo spacciati, e questo il motivo per cui il cinema
italiano è ormai alla frutta".

Cos`è per lei il successo?
"È la libertà. È scegliere dove andare a lavorare la mattina. E da molti anni posso per fortuna permettermelo"

In passato nella sua carriera c'è stato il teatro. Ci sarà ancora in futuro?
"Tengo famiglia (ride). Non me la sento di allontanarmi da loro per periodi lunghi".

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