Il mercato sul Vecchio Continente si è dimostrato poco dinamico, con un sud Europa ancora in difficoltà; meglio hanno fatto le vendite nel centro-nord Europa. Globalmente, i ricavi sono scesi su un anno dell'1,1%. Solo grazie all'apprezzamento dell'euro sul franco Hilti ha potuto accrescere il fatturato dell'1,2% a 2,178 miliardi.
In generale sull'andamento degli affari hanno pesato gli effetti causati dalla politica monetaria accomodante di diversi istituti di emissione, tra cui la Fed americana. In Nord America, Hilti ha registrato una crescita del 2,8%: a causa tuttavia dell'indebolimento del dollaro, l'incremento risulta solo dello 0,9% a 867 milioni.
Le ripercussioni negative dei cambi hanno avuto un impatto ancora maggiore nelle relazioni con i paesi emergenti. In America latina e in Asia, l'aumento del fatturato - oltre il 17% - si è dimezzato a causa di questi fattori. I ricavi nell'area Asia/Pacifico sono quindi saliti nel periodo in rassegna del 7,6% a 603 milioni, e in America latina del 7,7% a 168 milioni.
Nell'Europa dell'Est, in Medio Oriente e in Africa Hilti ha ottenuto vendite in progressione del 9,9% a 524 milioni (+14,3% in monete locali).
Citato nella nota, il CEO di Hilti Christoph Loos si dice soddisfatto del risultato 2013 tenuto conto del contesto difficile che ancora caratterizza l'Europa, il mercato più importante per l'azienda con sede nel Principato.