"Il Liechtenstein era un'oasi fiscale, oggi è un'oasi di stabilità", afferma Tschütscher in un'intervista pubblicata oggi dalla Reuters. Proprio la stabilità - politica ed economica - è la carta su cui ha puntato il piccolo stato per attirare capitali: finiti quindi i tempi in cui tutto ruotava intorno al segreto bancario. Vaduz intende fare a meno di modelli d'affari che servono ad aggirare le tasse: sono troppo rischiosi, continua il politico. Un ritorno a vecchie consuetudini è quindi escluso.
Per il capo del governo il processo di trasformazione in atto potrebbe portare a un consolidamento nel ramo. "Si dovrà collaborare", sintetizza Tschütscher, che non esclude nemmeno che qualcosa possa muoversi fra i tre principali istituti, LGT Bank, Liechtensteinische Landesbank e VP Bank.
Prioritaria, per il Principato, è ora una regolamentazione del denaro in nero che si trova in Liechtenstein da tempo. Un accordo con la Gran Bretagna c'è già, mentre per quanto riguarda Germania e Austria Vaduz vuole seguire le orme di Berna. E contatti sono in corso anche con Francia, Stati Uniti e Italia.