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CANTONE"Non illudiamoci, le casse malati aumenteranno sempre"

01.10.15 - 18:00
Intervista a Nicolas Brianza, candidato al Consiglio nazionale per i Verdi Liberali
"Non illudiamoci, le casse malati aumenteranno sempre"
Intervista a Nicolas Brianza, candidato al Consiglio nazionale per i Verdi Liberali

LUGANO - Nicolas Brianza è un ingegnere informatico nato il 12 novembre del 1972. Di origini leventinesi, i suoi nonni paterni emigrarono in Uruguay e si stabilirono a Colonia Suiza dove tutt'ora risiede una consistente discendente svizzera. Padre di tre figli, è il candidato al Consiglio nazionale per i Verdi Liberali. Anche a lui abbiamo sottoposto le 8 domande.

Lavoro: nel Mendrisiotto c'è una percentuale di frontalieri che supera il 50%. Neppure in Lussemburgo vi è una situazione del genere. Il liberismo abbinato al pragmatismo e all'utilitarismo tipicamente elvetici non rischiano di essere controproducenti per il nostro Cantone?

"Il Lussemburgo non avrà mai una situazione del genere, nelle sue vicinanze non c’è un bacino di milioni di persone come Milano, delle cui molte persone sono alla ricerca di lavoro e altrettanti imprenditori che vogliono creare imprese in un luogo attrattivo fiscalmente e tutto sommato ancora burocraticamente snello come il Ticino. E non scordiamoci neppure che diversi comuni del Mendrisiotto possono permettersi dei moltiplicatori bassi (quindi i residenti pagano meno tasse) anche grazie a queste aziende che assumono prevalentemente frontalieri. La risposta a questi problemi a mio avviso non sta in una società meno liberale ma bisogna agire con vari livelli di regolamentazione: con una miglior pianificazione del territorio e della mobilità che includa un maggiore coordinamento a livello regionale ,cantonale e transfrontaliero, ad un inasprimento delle misure a protezione del lavoro come i controlli antidumping e delle sanzioni per chi le commette, fino ad una premiazione mediante sgravi fiscali a quelle aziende che assumono prevalentemente personale residente".

Si dice che l'economia ticinese sia diventata più ricca dall'entrata in vigore degli accordi bilaterali. Questa ricchezza come è stata distribuita? I ticinesi sono più ricchi di prima?

"Guardando i dati statistici sembrerebbe che sia cosi, complessivamente tra il 2002 e oggi il PIL è aumentato e anche i salari sono pure aumentati anche se a fasi alterne legate ai vari picchi delle crisi economiche che hanno colpito tutti i paesi negli ultimi anni. I prezzi al consumo peraltro hanno avuto, negli ultimi 5 anni, una tendenza ad una lieve diminuzione. Il problema nasce forse dal fatto che gli aumenti di ricchezza non sono stati omogeni in tutti i settori economici e professionali, in alcuni sono stati marcati, in altri meno e probabilmente in alcuni c’è stata regressione. Nel complessivo però abbiamo avuto un aumento. In Ticino a mio avviso abbiamo troppe aziende che operano in quei settori che hanno subito un modesto incremento economico oppure nullo; sono prevalentemente quelle aziende cosiddette a basso valore aggiunto. Nelle aziende ad alto valore aggiunto, specialmente nel campo tecnologico e finanziario (dove vengono richieste competenze e qualifiche elevate, e molto spesso anche difficilmente reperibili) li è probabilmente dove si sono avute le maggiori distribuzione di ricchezza. Il Ticino deve quindi puntare ad un ulteriore incremento nel suo territorio questo tipo di economia e aziende e allo stesso tempo aumentare ulteriormente la qualifiche professionali dei residenti attraverso maggiore formazione e ricerca. Chiediamoci piuttosto come mai in Svizzera interna ci sono colossi tecnologici come Google o Microsoft o farmaceutiche come Roche e Novartis (solo per citare alcuni nomi), mentre qui in Ticino siamo pieni di capannoni principalmente di piccoli imprenditori legati alla industria tradizionale che per sopravvivere impiegano manovalanza a basso prezzo! In Ticino ci sono ovviamente anche industrie all’avanguardia, ma dovrebbero essercene di più! C’è comunque da dire che rispetto a 15,20 ,30 o 50 anni fa, la fascia di popolazione che era più povera allora, oggi lo è di meno (anche grazie ad una ridistribuzione della ricchezza tramite maggiori aiuti sociali), mentre chi era già benestante e in posizioni privilegiate allora, oggi lo è di regola molto, ma molto di più. Mentre la fascia di mezzo, la classe media, marcia sul posto ed è verosimilmente quella che ha tratto minor benefici dalla ridistribuzione della ricchezza non potendo accedere agli aiuti sociali perché non sufficientemente povera e non partecipando alla distribuzione della fetta più grossa perché non in una posizione privilegiata".

Franco forte. Nonostante l'allarme lanciato dal settore industriale, dal turismo e dalla vendita al dettaglio, gli studi di ricerca parlano di economia svizzera che tiene e cresce. Tanto rumore per nulla?

"Il turismo è secondo me l’unico settore che veramente soffre dal Franco forte ed è qui che lo Stato deve intervenire principalmente. Anche la vendita di servizi verso l’UE può subire delle ripercussioni, ma in generale gli altri settori sono a mio avviso toccati marginalmente. La Svizzera è un paese che non ha materie prime, quindi deve importare (con costi inferiori) per poi esportare il prodotto elaborato (a prezzi inferiori). A livello di consumi notiamo anche che il prezzo di alcuni articoli al dettaglio sono pure scesi, e anche abbastanza rapidamente, tuttavia rimane un divario secondo me non ancora giustificato rispetto ai prezzi che troviamo nei paesi confinanti".

Il 9 febbraio 2014 gli svizzeri hanno messo in discussione la politica del Consiglio federale in materia di migrazione. Come se ne esce?

"Bisogna essere realisti, in Ticino la percentuale a favore dell’iniziativa del 9.2 era del 68%, ma a livello nazionale l’iniziativa è passata con appena uno scarto minimo dello 0.3% (49.7% contro 50.3%). Non se ne uscirà nel breve, il paese è spaccato in due e siamo sempre un Cantone che fa parte della Confederazione. Il popolo Svizzero verrà chiamato alle urne più volte, sia per esprimersi sui bilaterali, che sulla iniziativa RASA, e chissà su cos’altro ancora. Questo l’UE lo sa benissimo quindi non mi aspetto particolari concessioni da parte loro, si metteranno piuttosto in attesa per vedere cosa faremo. Il CF ha poche opzioni; o denuncia gli accordi di libera circolazione (e qui mi aspetto che l’UE risponda denunciando a sua volta il resto dei bilaterali invocando la clausola ghigliottina), oppure cerca di negoziare un compromesso (per esempio con la reintroduzione della clausola di salvaguardia) accettabile per tutti ma che non farà felice nessuno. Secondo me l’alternativa peggiore è continuare ad andare verso una rottura con l’UE perché questo significa cancellare tutti gli accordi e portare il paese in una situazione pericolosamente instabile per la nostra economia, per l’import/export, per i trasporti, per i servizi finanziari, per la formazione/ricerca. Se ciò accadesse questo creerà ulteriori tensioni che indubbiamente spalancheranno le porte a chi invece non vede l’ora di fare una enorme pressione sulla Svizzera (pressione interna ma anche estera) affinché aderisca alla UE".

I premi della cassa malati aumentano ancora. Fino a quando reggerà questo sistema?

"Non illudiamoci, le casse malati aumenteranno sempre perché aumentano i costi delle cure e la popolazione invecchia. Dovremmo piuttosto studiare altri modelli alternativi alla LMal e rivedere anche le prestazioni che l’assicurazione di base deve garantire. Non credo che la cassa malati unica sia la soluzione, che ci sia o no, sono i costi sanitari e l’invecchiamento della popolazione che incidono maggiormente sui premi".

La Svizzera è risparmiata dal grande flusso di migranti in cerca di rifugio e prospettive di vita migliori. Ritiene necessario potenziare i controlli ai confini?

"Al momento attuale non ritengo necessario aumentare i controlli ai confini, ma credo che sia necessario essere vigili e pronti a farlo. Quando ci troveremo in una situazione di flussi migratori eccezionali come si stanno sperimentando in alcuni paesi europei (vedi in Austria che sono entrate circa 15’0000 persone in due giorni) dobbiamo essere pronti ad aumentare in pochissime ore il personale delle guardie di confine (e se necessario schierare anche l’esercito a supporto) ed essere pronti a sospendere il trattato di Schengen per il periodo necessario. Ciò non vuol dire che non dobbiamo accogliere più rifugiati, anzi, abbiamo la capacità per accoglierne tanti e siamo un paese solidale, ma dobbiamo anche garantire la sicurezza dei nostri cittadini e dei rifugiati che accogliamo contro le infiltrazioni terroristiche. I controlli vanno quindi rafforzati proporzionalmente alla pressione che riceviamo ai confini".

La politica energetica è abbastanza o troppo coraggiosa?

"A mio modo di vederla la politica energetica ha due obbiettivi principali. Il primo è l’abbandono dell’energia a fissione nucleare che riteniamo tutti pericolosa. Ricordiamoci di Chernobyl e Fukushima che saranno inabitabili per migliaia di anni! Un incidente del genere da noi vuol dire rendere inabitabile mezza Svizzera! Il secondo, a lungo termine è il raggiungimento della totale indipendenza energetica; come paese possiamo e dobbiamo essere autosufficienti nella nostra produzione energetica, senza dover più importare materiale fissile dall’estero, gas o petrolio. Questo è possibile solamente con dei cambiamenti drastici ma graduali, la sostituzione pianificata delle centrali nucleari con fonti sostenibili (idroelettrica, solare, eolica) è un primo passo accompagnato dall’introduzione di abitudini e tecnologie che permettono l’abbassamento del consumo energetico e l’introduzione di una politica fiscale energetica che incentivi l’uso delle rinnovabili modificando le nostre abitudini in campo energetico. Infine la politica energetica deve essere neutrale dal punto di vista economico, laddove vengono generate dei costi aggiuntivi dovranno essere compensati). La politica energetica non è coraggiosa, è epocale, ed è un dovere verso il nostro paese, i nostri figli e le generazioni future!"

Finanziamenti ai partiti poco trasparenti, rappresentanti del popolo al servizio delle lobby dei potenti dell'economia. Come rispondere a queste accuse?

"Concordo completamente, i finanziamenti devono essere trasparenti al 100%, nessuna eccezione. Il cittadino deve avere il diritto di sapere da dove arrivano i finanziamenti dei partiti e ai suoi rappresentanti. Chi è contrario vuole semplicemente proteggere un verità scomoda o imbarazzante".

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