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CANTONE“Non intendo vendermi alle lobby”

29.09.15 - 18:00
Intervista a Marcello Tonini, candidato PPD al Consiglio nazionale
Foto Ti-Press Carlo Reguzzi
“Non intendo vendermi alle lobby”
Intervista a Marcello Tonini, candidato PPD al Consiglio nazionale

LUGANO - Le elezioni federali si avvicinano. È il turno di Marcello Tonini, candidato al Consiglio nazionale per il PPD. Direttore aziendale, Tonini è nato il 17 settembre del 1963.

Lavoro: nel Mendrisiotto c'è una percentuale di frontalieri che supera il 50%. Neppure in Lussemburgo vi è una situazione del genere. Il liberismo abbinato al pragmatismo e all'utilitarismo tipicamente elvetici non rischiano di essere controproducenti per il nostro Cantone?

"La debolezza del Consiglio Federale a rinegoziare il trattato sulla libera circolazione delle persone ne è la causa principale. L’arrivo in Ticino e nel Mendrisiotto in particolare, di aziende che fanno capo principalmente a manodopera estera, e il dumping salariale in aziende locali, storicamente datori di lavoro per ticinesi, praticato sistematicamente per ridurre i costi aziendali, producono un impoverimento del mercato del lavoro nelle regioni di confine. Considero i frontalieri una indispensabile forza lavoro e motore della nostra economica ticinese, tuttavia è ora giunto il momento di introdurre delle misure di controllo più efficaci. La clausola di salvaguardia sarebbe un primo passo per impedire abusi in settori in cui disponiamo di personale locale. Di conseguenza vi è effettivamente il rischio di effetti negativi per il nostro Cantone: il rapporto fra costi è benefici ha un saldo negativo".

Si dice che l'economia ticinese sia diventata più ricca dall'entrata in vigore degli accordi bilaterali. Questa ricchezza come è stata distribuita? I ticinesi sono più ricchi di prima?

"Gli accordi bilaterali sono stati negoziati e firmati proprio per garantire all’economica Svizzera e di conseguenza Ticinese di rimanere concorrenziali. In questi anni il PIL è sempre cresciuto, generando benessere e migliori condizioni sociali. In Ticino gli effetti sono stati gravemente compromessi dal dumping salariale (generato dal frontalierato). I Ticinesi non sono più poveri, potrebbero essere più ricchi se vi fosse stato un maggior controllo e impegno da parte di tutti gli attori in campo. Le responsabilità sono distribuite in parti uguali tra imprenditori, sindacati e Stato".

Franco forte. Nonostante l'allarme lanciato dal settore industriale, dal turismo e dalla vendita al dettaglio, gli studi di ricerca parlano di economia svizzera che tiene e cresce. Tanto rumore per nulla?

"Vanno distinte le attività di esportazione fra quelle interne, quali il turismo. Inoltre non va dimenticato che al Svizzera non ha materie prime, ne consegue che molte aziende di esportazione hanno sì visto aumentare il valore del franco, ma anche diminuire i costi di importazione all’acquisto. Per contro il settore da noi maggiormente toccato è quello del turismo. Se nel resto del Paese i dati segnalano una tenuta o una leggera crescita, la flessione in Ticino è preoccupante e importante, con effetti a catena sulle PMI locali. Il Ticino è a rischio e comunque in controtendenza".

Il 9 febbraio 2014 gli svizzeri hanno messo in discussione la politica del Consiglio federale in materia di migrazione. Come se ne esce?

"Attraverso una rinegoziazione degli accordi di Schengen. È necessario che il Consiglio Federale e la signora Sommaruga siano più incisivi, autorevoli e forti nel sottoporre le nostre richieste e nel trattare con l’UE. Evidentemente l’iniziativa RASA non sta certo aiutando il nostro Paese ad essere credibile. Denunciamo con forza nelle appropriate sedi questo inaccettabile comportamento!"

I premi della cassa malati aumentano ancora. Fino a quando reggerà questo sistema?

"Difficile a dirsi. Tuttavia è necessario un intervento drastico sui costi della salute. Oggigiorno si fa troppo spesso capo all’intervento medico fatturando troppe consulenze inutili. Inoltre il costo dei medicinali di base, alla faccia dei generici, continuano ad aumentare".

La Svizzera è risparmiata dal grande flusso di migranti in cerca di rifugio e prospettive di vita migliori. Ritiene necessario potenziare i controlli ai confini?

"Quando la situazione lo richiederà, sarà necessario un maggior numero di controlli e di persone addette al presidio. In questi momenti delicati in cui in nostro Paese è chiamato a fare la sua parte e aiutare coloro che fuggono dalla guerra, il controllo alle dogane deve impedire ad altri richiedenti l’asilo (in cerca di condizioni economiche migliori) di entrare, perché il lavoro non c’è. Infine, il presidio al confine serve per bloccare male intenzionati, bande criminali e cittadini indesiderati pronti ad approfittare di questa situazione di disponibilità voluta a fini umanitari".

La politica energetica è abbastanza o troppo coraggiosa?

"La decisione di abbandonare il nucleare è coraggiosa, ponderata e sostanzialmente dovuta. Pertanto la sostengo e la condivido. È necessario puntare su energie rinnovabili".

Finanziamenti ai partiti poco trasparenti, rappresentanti del popolo al servizio delle lobby dei potenti dell'economia. Come rispondere a queste accuse?

"È un tema questo, che esiste dall’alba dei tempi, che scandalizza sempre, che indigna, ma non viene mai veramente risolto. Ci sarà un motivo! Ritengo lesiva di una vera politica e prostituisce il politico danneggiando (non in tutti i casi naturalmente!) gli interessi del popolo. Non intendo vendermi in questo modo!"

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