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LOCARNOLa vergogna dell’imprenditrice italiana che insulta gli svizzeri

18.02.16 - 14:49
Aron D’Errico – Candidato Lega al Municipio e CC di Locarno
La vergogna dell’imprenditrice italiana che insulta gli svizzeri
Aron D’Errico – Candidato Lega al Municipio e CC di Locarno

In questi giorni si parla tanto delle reazioni italiane all’albo anti padroncini creato dal ministro leghista Claudio Zali, che fissa precisi criteri per tutelare i nostri artigiani dalla concorrenza sleale proveniente dall’Italia: da parte italiana c’è chi grida alla discriminazione e chi si appella con isterismo alle norme europee. Il fatto è che gli italiani vogliono venire in terra ticinese, fregare il lavoro ai nostri facendo tutti fessi, mentre quando un imprenditore ticinese tenta di fare impresa in Italia, si ritrova la vita impossibile, sommerso da burocrazia e corruzione.

Non sorprendono dunque le parole di un’imprenditrice italiana con filiale a Chiasso, arrestata per corruzione e associazione a delinquere, che in un’intercettazione, parlando di un’impresa svizzera che partecipa ad un concorso per ottenere un appalto in Italia, esclama: «in Lombardia lavorano i Lombardi!». In un’altra intercettazione, afferma: «No ma come? gli svizzeri mi stanno anche sui co…oni. Non vi permettete di far venire gli svizzeri a lavorare in Regione Lombardia! C’abbiamo i Lombardi, lavorano i Lombardi…di che ca…o stiamo parlando?».

Le parole dell’imprenditrice hanno sortito il loro effetto: l’appalto alla fine non  è stato assegnato alla ditta elvetica, ma all’imprenditrice italiana ora in carcere, che mentre insultava gli svizzeri ed impediva ai nostri imprenditori di lavorare in Lombardia, apriva una filiale a Chiasso.

Questo caso è emblematico: facciamo venire in Ticino imprese italiane che fanno concorrenza a quelle ticinesi e che distruggono il nostro mercato del lavoro, mentre gli imprenditori svizzeri non hanno alcuna chance di lavorare in Italia.

La colpa di tutto questo è dei partiti storici che hanno spalancato le frontiere agli imprenditori italiani, ai padroncini e ai frontalieri, raccontando la favola che poi anche i ticinesi sarebbero potuti andare a fare impresa in Italia: abbiamo tutti visto come è andata a finire. I partiti storici, in primis i socialisti che vorrebbero che aderissimo all’UE, continuano imperterriti con la loro politica filoeuropeista cha danneggia il Ticino e avvantaggia solo l’Italia.

Fanno dunque sorridere gli allarmanti comunicati da parte italiana all’albo anti padroncini: significa che finalmente in Ticino, grazie al ministro leghista Claudio Zali, si sta iniziando a tutelare i nostri lavoratori e i nostri artigiani dalla concorrenza sleale italiana.

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