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LUGANORaffinata Ornella in jazz ieri sera al LAC, e un rifiuto clamoroso

29.10.18 - 07:00
La cantante ha riproposto il suo repertorio in una veste insolita. Tra Paoli, Tenco e Dalla, spunta anche Amy Winehouse.
Raffinata Ornella in jazz ieri sera al LAC, e un rifiuto clamoroso
La cantante ha riproposto il suo repertorio in una veste insolita. Tra Paoli, Tenco e Dalla, spunta anche Amy Winehouse.

LUGANO -  Chiedetele tutto ma non di cantare "L’appuntamento". E così, di fronte a una richiesta di bis a chi le urla di cantare il suo cavallo di battaglia, Ornella Vanoni - dal palco - simpaticamente sbotta: «Ma che palle, ancora "L’appuntamento". Cosa avrà di così bello quella canzone, e quella povera sfigata che aspetta sotto l’ombrello». 

Opta invece per una delle più intense canzoni della musica leggera italiana, “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Decisamente meglio, almeno per la tipologia di concerto andato in scena ieri sera al Lac: Ornella Vanoni che ripropone in chiave jazz alcune perle del suo repertorio. Accompagnata da cinque eccezionali musicisti, ha offerto un raffinato concerto d’autore, dove tra una canzone e l’altra non è mancata l’ironia che ormai la contraddistingue. «Come pesano i microfoni qui in Svizzera, si vede che siete ricchi, mica come quelli della Rai in Italia», commenta ad inizio concerto prima di tuffarsi tra Gino Paoli (Che cosa c’è, Senza fine) e Luigi Tenco (Vedrai Vedrai). 

Canta in francese e inglese. «Mi tocca, i miei genitori hanno speso un follia a farmi studiare le lingue». Omaggia Charles Aznavour con "Apres l’amour", «mi piacciono gli artisti che non lasciano mai il palco, che arrivano a morire in palcoscenico cantando fino alla fine proprio come ha fatto lui». 

Poi passa al ricordo di Amy Winehouse, «ho sempre amato le bambine tristi come Billie Holiday, Marilyn Monroe e Amy», prima di attaccare con "Love is a Loosing Game". Tappa dovuta a Bologna ricordando Lucio Dalla con "Caruso", «a vederlo era basso e bruttino, poi apriva bocca e non lo vedevi più brutto. Era un genio assoluto. Bologna senza di lui appare più vuota».

In un’ora e dieci di concerto c’è spazio anche per la canzone sanremese "Imparare ad amarsi", «mi dicono che ha venduto più della canzone che ha vinto il festival, ma giusto quattro soldi», la sofisticata “Naufragio”, brano non tra i più conosciuti del suo repertorio che appartiene a un disco “Argilla” da lei molto amato e recentemente ristampato. «Un disco per niente commerciale, questa canzone è brasiliana, l’ho tradotta ed è venuta fuori un po’ lesbo, ma giuro che non era voluto». E in chiusura, prima dei bis, applausi a scena aperta per un classico vanoniano, “Domani è un altro giorno”. 

 

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