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BELLINZONAGiornate di Primavera, gli occhi su Bellinzona

20.03.19 - 12:00
Quattro gioiellini della capitale saranno aperti a tutti in occasione dell'evento organizzato da FAI Swiss
Ti-Press
La chiesa di San Biagio.
La chiesa di San Biagio.
Giornate di Primavera, gli occhi su Bellinzona
Quattro gioiellini della capitale saranno aperti a tutti in occasione dell'evento organizzato da FAI Swiss

BELLINZONA - L'attenzione di FAI Swiss è concentrata su Bellinzona. Quattro gioiellini della capitale saranno i protagonisti della sesta edizione delle Giornate FAI di primavera, in programma sabato 23 e domenica 24 marzo.

I visitatori, accompagnati da delle guide d’eccezione, avranno la possibilità di scoprire luoghi spesso inaccessibili, testimonianza di un importante patrimonio culturale che conferisce identità al territorio. Si tratta della chiesa di San Biagio, della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, della chiesa della Collegiata e dell’oratorio del Corpus Domini. Le visite sono aperte a tutti e sono gratuite.

La chiesa di San Biagio, la più antica del capoluogo, custodisce uno dei cicli più pregevoli di affreschi tardomedievali del Ticino, oggetto di un lungo intervento di restauro completato solo lo scorso anno e che ha riportato questo luogo di culto al suo antico splendore. La straordinaria decorazione pittorica esterna e interna fa di questa chiesa uno scrigno di bellezza e di antichità: artisti e botteghe si sono succeduti, a partire dalla metà del Trecento, a decorare le pareti, le facciate e i pilastri. L’alta qualità dei dipinti e l’indubbia bravura delle mani affrescanti hanno suscitato una tale ammirazione da far dire che i dipinti più antichi sono «tra i piú teneri e straordinari di tutta l’area lombarda». Per la sua struttura architettonica assolutamente originale in stile gotico-lombardo e per l’importanza dei suoi affreschi, la chiesa di San Biagio è un monumento nazionale d’inestimabile valore. La nostra visita è quindi un’occasione ideale per ammirare come l’armonia architettonica e pittorica concorrano per offire una pausa di silenzio e di respiro.

Sabato 23 marzo • ore 10.30, 11.30 /14.30, 15.30

Ti-PressLa chiesa di San Biagio.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie è uno dei monumenti ecclesiastici di maggiore valore estetico di tutto il Ticino. Eretta alla fine del XV secolo, in origine fece parte di un convento francescano e ancor oggi colpisce per la forza espressiva dei suoi preziosi affreschi e i magnifici dipinti. L’interno, che è diviso da una vasta parete trasversale secondo l’uso francescano, è di una delicata suggestione. La struttura a navata unica, è ornata da notevoli affreschi, in cui l’eleganza rinascimentale è permeata da grande spontaneità decorativa. Il più interessante, opera di un ignoto artista lombardo della fine del ‘400, è senz’altro quello della Crocefissione, situato sulla parete trasversale. Fanno da cornice quindici scene che illustrano la storia di Cristo. Nella cappella di destra, sopra all’altare, l’affresco della “dormitio Mariae” è attribuito a un artista della scuola di Gaudenzio Ferrari. Nella cappella di sinistra S. Bernardino tra due santi e il disegno preparatorio delle storie di S. Bernardino: sono attribuite alla scuola del Bergonone e di Bernardo Zenale.

Sabato 23 marzo • ore 10.30, 11.30 /14.30, 15.30 e Domenica 24 marzo • ore 14.30, 15.30

Ti-PressLa chiesa di Santa Maria delle Grazie.

La chiesa della Collegiata è un monumento del Rinascimento dovuto al disegno del maestro Tomaso Rodari di Maroggia, scultore e architetto del duomo di Como. Particolarmente interessante è il rosone di cinque metri di diametro, formato da dodici raggi, eseguito tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. Nell’interno del tempio, del XVI/XVII sec., l’unica navata ricca di stucchi secenteschi è dotata di una doppia fila di cappelle ornate di dipinti su tela di diverse epoche, principalmente del XVII sec. dovute al pennello di noti artisti come Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, Camillo Procaccini, Bartolomeo Roverio detto il Genovesino. Bellissima è la «Crocifissione» che funge da pala sull’altare maggiore, attribuita a Simone Peterzano. Interessanti sono pure il pulpito di scagliola, colorata a imitazione di pregiati marmi (1784), e l’acquasantiera, chiamata anche «Fontana Tnivulziana» per essere appartenuta nel sec. XV a Gian Giacomo Tnivulzio, signore di Mesocco.

Sabato 23 marzo • ore 14.30, 15.30 e Domenica 24 marzo • ore 14.30, 15.30

Ti-PressLa chiesa della Collegiata.

L’oratorio del Corpus Domini, acquistato e decorato su commissione dall’omonima confraternita tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, costituisce un piccolo gioiello di arte e storia, nascosto nel cuore dell’antico nucleo medievale di Bellinzona. Con la sua pregevole decorazione, riportata all’antico splendore da un restauro complessivo concluso nel 2015, l’oratorio offre al visitatore uno spaccato iconografico di grande interesse. Varcata la soglia, lo spettatore viene colpito dalla luminosità e dalla ricchezza dell’ornato: stucchi, affreschi, opere su tela e un prezioso altare contribuiscono a rendere lode al Corpo di Cristo, vero nucleo iconografico di tutto il decoro. Un pezzo unico nel suo genere, caratterizzato da una rara omogeneità tematica, offre un’esperienza visiva e spirituale di grande impatto emotivo.

Sabato 23 marzo • ore 10.30, 11.30 /14.30, 15.30 e Domenica 24 marzo • ore 10.30, 11.30 /14.30, 15.30

Ti-PressL'oratorio del Corpus Domini.

 

Programma completo: www.faiswiss.ch

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