Nell'ambito delle Settimane Musicali, il giovane direttore britannico Nicholas Collon, enfant terrible della musica classica, si esibisce stasera a Locarno con la londinese Aurora Orchestra
LOCARNO - Debutto svizzero oggi (20.30) in San Francesco a Locarno per la sensazionale Orchestra Aurora diretta da Nicholas Collon. La formazione londinese, conosciuta in tutto il mondo perché suona spesso a memoria, in piedi e senza l’aiuto di spartiti, presenterà una sinfonia di Breatt Dean, un’ode alla natura in cui si denuncia la distruzione dell’ambiente per mano dell’uomo. Ne abbiamo parlato col giovane direttore, vero e proprio enfant terrible dell’interpretazione classica, osannato dalla critica.
Nicholas Collon, con l’ Orchestra Aurora suonate molto spesso senza l’aiuto di spartiti?
«Lo facevamo soprattutto all’inizio. In totale suoniamo a memoria sei sinfonie di Beethoven, Mozart e Brahms, fra cui la Sesta di Beethoven, che faremo a Locarno».
Che vantaggio c’è a suonare a memoria?
«I musicisti arrivano preparatissimi alle prove. Hanno già studiato e assimilato l’opera; conoscono e comprendono il fraseggio e la struttura della musica in modo approfondito e questo permette una migliore comunicazione fra di loro e una maggiore spontaneità, che arriva anche al pubblico».
Suonate anche in contesti insoliti…
«Sì, ci è capitato anche di suonare in un enorme centro commerciale di East London. Inizialmente eravamo scettici, ma in realtà è stata un'esperienza entusiasmante: migliaia di persone sono rimaste ad ascoltarci e molte di loro non avevano mai frequentato una sala da concerto».
Lei ha un’apertura musicale a 360 gradi, vanta collaborazioni con artisti come Björk o il coreografo Wayne McGregor, ascolta musica dall’i-Phone, ama Beyoncé… Ci può spiegare la sua idea di musica?
«Dirigo e mi piacciono tanti tipi di musica e anche con l’Orchestra Aurora cerchiamo di allargare gli orizzonti. Accostare generi diversi è un’esperienza che può essere meravigliosa e che aiuta a migliorare la musica stessa, qualunque essa sia».
A Locarno suonerete due sinfonie dedicate alla natura, molto contrastanti. La vibrante Sesta di Beethoven e una composizione moderna. Ce ne vuole parlare?
«Beethoven amava la campagna e concepì molti pezzi passeggiando nella natura. Nella sua musica la raffigurazione della natura è ricorrente: non ne dà una descrizione in immagini, ma traspone in musica le sensazioni che la stessa gli procurava. La sinfonia di Brett Dean è una risposta contemporanea ai problemi ambientali di oggi. Brett si concentra sulla distruzione della natura da parte dell'uomo, sulla deforestazione, sulla vita degli uccelli. È un pezzo molto potente con un messaggio forte che ci obbliga a considerare l’insensatezza del nostro agire».
Info: settimane-musicali.ch