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LOCARNOChatrian: "Blocher e il rapporto della Svizzera con le armi i film che faranno più discutere"

18.07.13 - 07:36
Il direttore artistico del Festival del film di Locarno parla dei film che animeranno il dibattito della piazza festivaliera
Ti Press
Chatrian: "Blocher e il rapporto della Svizzera con le armi i film che faranno più discutere"
Il direttore artistico del Festival del film di Locarno parla dei film che animeranno il dibattito della piazza festivaliera

LOCARNO - Svelato il programma del Festival del Film. La prima edizione firmata Chatrian si presenta con un ritorno della lingua di Dante sul grande schermo di Piazza Grande.

Non ha venduto l’anima al diavolo né tanto meno ha dovuto fare i salti mortali Carlo Chatrian, direttore artistico del Festival del Film di Locarno, che dopo anni è riuscito a portare un film italiano ("La variabile umana" di Bruno Oliviero) in Piazza Grande a Locarno. “Non credo che con i salti mortali si convincano registi e produttori a venire a Locarno – ci dice sorridendo –  c’è, da un lato, un percorso di attenzione nostra verso questo cinema, dall’altro la comprensione della produzione internazionale che Locarno è una piazza interessante per un film italiano”.

Ha avuto difficoltà?
“È stato di sicuro un lungo lavoro. È un film che personalmente ho seguito, conoscevo il progetto e lo ritenevo adatto alla piazza poi, quando l’ho visto, come accaduto per altri film, mi sono innamorato. Mi preme comunque sottolineare che non è stato selezionato perché è un film italiano ma perché è un buon film”

Quali i punti di forza di questa sua prima edizione del Festival?
“Una valutazione complessiva penso spetti più a voi farla. Io sono contento di aver messo insieme un programma che rispetta alcuni degli obiettivi che mi ero dato: da una parte tenere una linea di selezione a livello delle edizioni precedenti con la proposta di registi che conoscete e che hanno presenziato in altri festival prestigiosi, dall’altra lavorare sulla diversità del cinema e delle culture che il cinema rappresenta, quindi  in tutte le sezione siamo riusciti a combinare film di qualità che al tempo stesso utilizzano linguaggi differenti: documentari, finzione, film di genere o d’autore, commedie, opere più narrative o pellicole più di ricerca… Ci sarà una grossissima offerta la cui varietà non si trova normalmente nelle sale.”

Ci sono film che assolutamente il pubblico non dovrà perdere?
“Penso ci siano film per tutti i gusti e che possano soddisfare le esigenze di un pubblico molto ampio. Ovviamente in base alla propria sensibilità ognuno sceglierà il proprio percorso. Per me risulta difficile sceglierne uno sopra tutti. Ogni film ci ha a suo modo colpito e sorpreso”.

Nelle passate edizioni ci sono stati film forti, alcuni anche scandalosi, che hanno fatto discutere, c’è in questa edizione qualcosa di questo tipo? 
“Ah, questo non glielo posso dire…”

Se mi risponde così vuol dire che c’è…non può dirmi di più?
“Un film che farà sicuramente discutere sarà il ritratto di Blocher, proiettato in Piazza Grande, è stato scelto non per provocare ma perché ci è sembrato un progetto coraggioso e interessante che va al di là di un ritratto politico tracciato con precisione, un’opera  in grado di sollevare delle domande sull’identità della Svizzera. Un altro sarà un film ticinese, Heritage di David Induni, che parla del rapporto della Svizzera con le armi, armi che sono coccolate come dei figli…”

Sì, ma nel senso peccaminoso? Diremmo noi; ma c’è poco da fare: per scoprire quel che farà discutere perché un po’ troppo osé occorrerà davvero spulciare il programma.

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