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INDIAProteste di estremisti indù contro il film "Padmaavat"

25.01.18 - 07:54
Il film racconta la storia di una regina indù che, per non cadere nelle mani del sultano di Delhi, preferì immolarsi con il fuoco insieme a tutte le sue concittadine
Proteste di estremisti indù contro il film "Padmaavat"
Il film racconta la storia di una regina indù che, per non cadere nelle mani del sultano di Delhi, preferì immolarsi con il fuoco insieme a tutte le sue concittadine

NEW DELHI - Numerose città indiane sono state teatro di violente proteste alla vigilia della proiezione oggi nelle sale di tutto il Paese di "Padmaavat", un film drammatico di ambientazione storica diretto dal regista Sanjay Leela Bhansali e contestato da più fronti.

Le critiche provengono in particolare dalle frange estremiste indù e da una delle caste indiane, i Rajput (guerrieri).

Tutti i quotidiani indiani riferiscono di manifestazioni di piazza e vandalismi realizzati da migliaia di dimostranti in vari Stati, fra cui Rajasthan, Haryana, Maharashtra e Uttar Pradesh. Particolarmente scioccante è stato l'attacco a sassate, avvenuto a Gurgaon, a sud di New Delhi, da parte di un gruppo denominato Karti Sena di un autobus con a bordo alunni di una scuola locale.

Le autorità di polizia, che hanno eseguito decine di arresti in varie città, hanno predisposto particolari misure di sicurezza davanti ai cinema che hanno in programma la proiezione del film, interpretato dalla star di Bollywood Deepeka Padukone nelle vesti della regina Padmavati.

Di fronte alla grave situazione dell'ordine pubblico, comunque, e nonostante l'ordinanza della Corte Suprema che ha autorizzato la visione del film in tutti gli Stati indiani, l'Associazione nazionale delle sale multiplex ha annunciato che "Padmaavat" non sarà proiettato oggi in Rajasthan, Gujarat, Madhya Pradesh e Goa.

Tratto da "Padmavat", poema epico del XVI secolo scritto dallo scrittore sufi Malik Muhammad Jayasi, il film racconta la storia di una regina indù (Rani Padmini, nota anche come Padmavati) che, per non cadere nelle mani del sultano di Delhi, Alauddin Khalji, al termine di un lungo assedio del Chittor Fort nel 1303 preferì immolarsi con il fuoco insieme a tutte le sue concittadine.

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