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ITALIAFestival di Venezia, dai nani wrestler a Rabin

17.08.15 - 13:53
La realtà contende la scena alla fiction
Festival di Venezia, dai nani wrestler a Rabin
La realtà contende la scena alla fiction

VENEZIA - Dai nani wrestler messicani di Calle de Almagura al soprano peggiore del mondo di Marguerite, fino all'uccisione di Rabin e al primo intervento per il cambio di sesso negli anni Trenta (The Danish Girl). La realtà, come ha sottolineato il direttore artistico Alberto Barbera, è al centro della 72/a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre) e contende la scena alla fiction.

E questo, ovviamente, a parte i molti documentari che attingono a mani basse al presente e alla storia.

Intanto il film più picaresco, quello messicano, ovvero LA CALLE DE ALMAGURA di Arturo Ripstein (Fuori concorso). È tratto da un fatto realmente accaduto in Messico, ovvero la misteriosa morte di due lottatori nani: i gemelli Alejandro e Alberto Perez Jimenez trovati morti nel luglio del 2009 in una camera d'albergo.

Secondo la ricostruzione del pubblico ministero una donna di 65 anni insieme a una complice si sono finte prostitute e hanno versato del sedativo nei drink dei due fratelli per poi derubarli. Si dice anche che le donne non abbiano tenuto conto della piccola statura dei due wrestler e che quindi la dose a loro somministrata sia stata letale. I fratelli avevano come soprannome La Parkita (Piccola Morte) e El Espectrito II (Il Piccolo Fantasma) e indossavano le maschere tipiche del wrestling 'lucha librè, uno stile di lotta nato in Messico negli anni trenta.

Tanta realtà anche nel film di Xavier Giannoli, in concorso, MARGUERITE (Francia/Repubblica Ceca/Belgio). Si tratta della storia del 'soprano peggiore del mondò, ovvero Florence Foster Jenkins (Wilkes-Barre 1868-New York, 1944). La cantante, famosa per essere priva di alcuna dote canora, non aveva mai dubitato però di essere dotata di talento. Si paragonava anzi a noti soprani quali Frieda Hempel e Luisa Tetrazzini e si difendeva dai mormorii della platea interpretandola come "gelosia professionale" delle sue rivali.

Nel caso di THE DANISH GIRL di Tom Hooper (Gran Bretagna/USA), film in concorso, c'è una realtà ancora più bizzarra e pruriginosa. Siamo a Copenhagen negli anni '20. Gerda Wegener, pittrice, disegnatrice e illustratrice erotica danese di origini francesi, dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti, sposa Einar Wegener. Un artista a sua volta di talento che, a un certo punto, riconosciuta la sua natura transessuale, si sottopose ad un'operazione di cambio sesso (uno scandalo nel 1930), cambiando il nome in Lili Elbe.

In EL CLAN, film in concorso di Pablo Trapero (Argentina/ Spagna), si racconta invece la vera storia del clan Puccio nella Buenos Aires degli anni '80. Una famiglia argentina ricca e importante che gestiva un'attività altamente lucrativa, quella dei rapimenti. I Puccio hanno rapito e chiesto il riscatto a tutta una serie di vittime che vivevano nel loro quartiere, ma spesso, invece di restituirle, le hanno uccise.

Anche in BLACK MASS di Scott Cooper, film Usa fuori concorso, la vera storia di Whitey Bulger che da efferato criminale diventa informatore Fbi. Siamo nella Boston del 1970, l'agente John Connolly persuade il gangster irlandese James 'Whitey' Bulger a collaborare con l'Fbi per eliminare un nemico in comune: la mafia italiana.

Infine, Amos Gitai porta al Lido il suo RABIN, THE LAST DAY (Israele/Francia) in concorso. Di scena l'uccisione del premier laburista Yitzhak Rabin da parte di un giovane colono della destra nazionalista ebraica determinato a far deragliare il processo di pace con i palestinesi. Il film si basa sul rapporto della Commissione ufficiale di inchiesta presieduta dal giudice Meir Shamgar.

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