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FESTIVAL DI BERLINO57a edizione in rosa con star, sesso e politica

03.02.15 - 15:50
Il festival dal 5 al 15 febbraio sorprenderà con temi e ruoli impegnati
57a edizione in rosa con star, sesso e politica
Il festival dal 5 al 15 febbraio sorprenderà con temi e ruoli impegnati

BERLINO - Un'edizione in rosa, in quanto a ruoli femminili e con temi difficili, di identità sessuale e politica. Insomma il Festival di Berlino (5-15 febbraio) non si smentisce e mette in campo con disinvoltura argomenti forti e registi come Herzog, Malick, Larraín, Wenders, Jacquot, Panahi. E, con ancora più grande distacco per una rassegna che non si cura troppo del glamour, star come Juliette Binoche, Nicole Kidman, Natalie Portman, Robert Pattinson, Helen Mirren, James Franco, Cate Blanchett e Charlotte Rampling. Infine, per i cinefili di tutto il mondo, si annuncia anche la presenza dell'ombroso e filosofico Terrence Malick che, come si sa, non si concede mai al pubblico.

E che ci siano "donne forti in situazioni estreme", come ha detto il direttore Dieter Kosslick in conferenza stampa, lo si vede già in apertura con NESSUNO VUOLE LA NOTTE della regista catalana Isabel Coixet con Juliette Binoche che interpreta una moglie piena di coraggio che si mette alla ricerca del marito in Antartide. Stesso discorso il giorno dopo con Nicole Kidman nei panni di Gertrude Bell, archeologa, politica, scrittrice ed agente segreta britannica nel film di Werner Herzog QUEEN OF THE DESERT.

C'è poi Benoît Jacquot con un film tutto al femminile ovvero la riproposizione di JOURNAL D'UNE FEMME DE CHAMBRE , tratto dall'omonimo romanzo di Octave Mirbeau con protagonista Léa Seydoux nel ruolo che fu di Jeanne Moreau. Da segnalare in concorso KNIGHT OF CUPS di Terrence Malick impegnato, almeno sulla carta, con la simbologia dei Tarocchi; Pablo Larraín con THE CLUB sugli abusi nella Chiesa ("I preti cattolici devono esser tolti dalla circolazione e questo film se ne occupa. Speriamo che il Papa si faccia vivo e strigli questi giovanotti", commenta Kosslick) e, tra i film più attesi, c'è ovviamente quello di Jafar Panahi, TAXI. Il regista, perseguitato dal regime, mette mano al suo terzo film clandestino, interpretando un tassista che conversa con i suoi clienti di tutte le età per la vie di Teheran. Tutto ovviamente ricostruito in uno studio mobile.

Tra i film più in odor di scandalo c'è quello di Patricio Guzmán IL BOTTONE DI MADREPERLA che parla invece degli indigeni in Cile durante la dittatura Pinochet e ancora la morbosità patinata di 50 SFUMATURE DI GRIGIO, l'adattamento cinematografico di Sam Taylor-Johnson del bestseller diventato un fenomeno globale.

Fuori concorso, CINDERELLA di Kenneth Branagh, MR. HOLMES di Bill Condon, ELSER di Oliver Hirschbiegel e EVERY THING WILL BE FINE di Wim Wenders. A quest'ultimo sarà dedicata una rassegna di suoi film e gli sarà conferito un Orso d'oro alla carriera.

In programma anche alcune produzioni e coproduzioni svizzere. In particolare nella sezione Panorama saranno proiettati il film di finzione DORA ODER DIE SEXUELLEN NEUROSEN UNSERER ELTERN di Stina Werenfels e il documentario IRAQI ODYSSEY di Samir.

La giuria è presieduta dal regista americano Darren Aronofsky (Leone d'oro nel 2008 con The Wrestler). Fra gli altri sei giurati anche la prodruttrice americana Martha De Laurentiis, vedova di Dino, l'attrice francese Audrey Tautou e il tedesco Daniel Brühl, shooting star nel 2003 con Good Bye Lenin.

ats ans

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