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MONTAGNOLAIl famoso Quartetto Carmina alla sala Boccadoro

12.09.08 - 09:32
Presenteranno, lunedì 15 settembre 2008, dalle ore 20.30, composizioni di Mendelssohn, Haydn, Schnyder. Prenotazione consigliata al numero 076 379 50 60. Ingresso 15 franchi (AVS e studenti libero).
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Il famoso Quartetto Carmina alla sala Boccadoro
Presenteranno, lunedì 15 settembre 2008, dalle ore 20.30, composizioni di Mendelssohn, Haydn, Schnyder. Prenotazione consigliata al numero 076 379 50 60. Ingresso 15 franchi (AVS e studenti libero).

MONTAGNOLA - È il più celebre quartetto d’archi svizzero, il Quartetto Carmina, che avrà il compito d’inaugurare i concerti del lunedì al Boccadoro, rassegna di musica da camera che animerà i lunedì dal 15 settembre al 20 ottobre presso la Sala Boccadoro di Montagnola.

La musica da camera è uno dei generi più importanti di tutta la storia musicale: nemmeno si possono contare le pagine scritte per formazioni che vanno dal duo al settimino, per non parlare di quelle per strumento solo. È però altrettanto vero che la musica da camera stenta oggi a trovare la possibilità di mettere in atto il proprio grande potenziale di sentimenti, stili, contenuti e linguaggi accumulati in tre secoli di produzione musicale. Tale mancanza è dovuta sostanzialmente a due elementi: il bisogno di un luogo adeguato in cui proporre la musica (né troppo grande né troppo piccolo, ma dalla buona acustica) e la necessaria continuità nella proposta concertistica.

È quindi da accogliere come un importante elemento culturale la nuova stagione che si inaugura alla Sala Boccadoro, spazio da poco resosi disponibile accanto al Museo Hermann Hesse. A maggior ragione perché i concerti programmati porteranno sulla Collina d’Oro musicisti di prim’ordine in ambito cameristico a livello internazionale. Prova ne sia l’inaugurazione con il Quartetto Carmina: quello che il Financial Times ha indicato come “il quartetto d’archi più rilevante del nostro tempo”, quello che ha effettuato registrazioni per le più grandi etichette discografiche, quello che è stato insignito dei più importanti riconoscimenti della critica (Gramophone Award, Diapason d’Or).

Il programma che i quattro musicisti presenteranno in concerto si configura come assai equilibrato: due brani dal repertorio classico per quartetto d’archi inframmezzati da un’opera dei giorni nostri.

Il Quartetto d’archi in re maggiore op. 76, No. 5 di Joseph Haydn è famoso per la particolarità di avere un movimento lento, il secondo Largo cantabile e mesto, dalla durata imponente (si pensi che dura più delle altre tre parti messe assieme) e dall’intensità emotiva assolutamente straordinaria. «Nemmeno Bach e Beethoven hanno inventato degli Adagio più profondi, più religiosi, più fantastici» ebbe a dire il grande violinista Joseph Joachim. E ancora, tramandano le cronache, il padre di Felix Mendelssohn non poteva fare a meno di mettersi a piangere ogni volta che si giungeva alle ultime battute del brano. Famiglia Mendelssohn pure toccata, anzi pienamente coinvolta, nella genesi del Quartetto d’archi in fa minore op. 80 che Felix scrisse al culmine di una crisi personale aggravata dalla morte della sorella Fanny. È un’opera sublime piena di sofferenza, piuttosto lontana dal carattere sereno della persona e delle altre opere di Mendelssohn. Dello zurighese, ma americano d’adozione, Daniel Schnyder si ascolterà il Quartetto d’archi No. 3 “Sunrise and Sunset” nel quale saranno rintracciabili le variegate influenze musicali di cui la personalità dell’autore da sempre si compone: jazz, musica etnica e tradizione classica europea.
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