Siamo entrati nella montagna armata: il Sasso San Gottardo, ex fortezza militare costruita tra il 1941 e il 1945 diventata spazio museale. «Dal 2012 è stata visitata da 140'000 persone»
AIROLO - La temperatura è scesa in maniera sensibile. E l’umidità è aumentata. Di fronte a noi c’è soltanto un lungo e stretto cunicolo scavato nella roccia. Ci troviamo all’interno di una ex fortezza militare situata a due passi dall’Ospizio del San Gottardo: è il Sasso da Pigna, ridotto che oggi è meglio noto al pubblico come Sasso San Gottardo. Era pensato per contrastare l’avanzata dell’esercito fascista durante la seconda guerra mondiale. Ma da alcuni anni è diventato uno spazio museale che permette ai visitatori di addentrarsi nella profondità della montagna e di compiere un tuffo nel passato.
Un tuffo che porta fino nel 1941, quando l’esercito elvetico diede il via ai lavori per la realizzazione della fortezza. Nell’anno precedente il nostro paese si ritrovò infatti stretto nella morsa dell’Asse tra il Reich tedesco e l’Italia. E per evitare un attacco, la strategia elvetica concentrò le truppe sui valichi alpini, tra cui il San Gottardo. Il forte Sasso da Pigna fu completato nel 1945. Ma già nel 1944 i cannoni da fortezza erano in posizione da combattimento. E questo fino al 1998. Sì, perché la struttura rimase attiva anche durante tutta la Guerra Fredda, il conflitto politico e ideologico fra gli Stati Uniti e l’ex Unione sovietica. Sette anni dopo il termine di quest’ultimo fu poi dichiarata l’interruzione dell’attività al Sasso. E la segretezza fu tolta nel 2001.
Tra mostre e vita militare - Oggi la fortezza è suddivisa in due parti. L’una è dedicata alle esposizioni, mentre l’altra rievoca la vita dei soldati nelle viscere della montagna. Una vita ricordata dalla presenza dei cannoni, dagli scaffali (ora vuoti) nel magazzino delle munizioni, e soprattutto dai dormitori con fino a quaranta posti letto (in totale ci stavano 420 uomini). E nessuna finestra, bensì «ottanta metri di roccia sopra la testa» ci spiega Cristina Kaufmann, curatrice del museo.
Il record della fortezza - A testimonianza del passaggio di innumerevoli militi, sulle pareti della stanza in cui ancora oggi si trova il cannone numero due sono presenti diversi graffiti e scritte: nomi, date, pensieri, ricordi e motivi di vanto. Sì, perché su quelle pareti è stato annotato anche quello che viene definito come «il record della fortezza», che risale al 1. ottobre del 1996: sei spari in 37 secondi.
E c'è pure una funicolare - La visita della fortezza ci porta attraverso cunicoli e stanze. Ma a un certo punto ci troviamo davanti a una vera e propria funicolare sotterranea: il cosiddetto Metrò del Sasso. Oggi l’impianto permette di trasportare quindici persone alla volta, ma un tempo era utilizzato soltanto per spostare materiale, cibo e munizioni dal primo al secondo livello. «I soldati dovevano invece farsela a piedi, salendo all’incirca cinquecento gradini» ci dice ancora Kaufmann.
Sei mesi d'energia - Nel Sasso San Gottardo sono ancora presenti due grossi generatori, che all’epoca avrebbero garantito la continuità dell’attività all’interno della fortezza anche se le forze nemiche avessero preso di mira la rete elettrica del nostro paese. L’impianto avrebbe potuto fornire energia per sei mesi.
Il cristallo più grande - Negli spazi espositivi ci si immerge invece nel mondo del cristallo, dove è tra l’altro esposto il più grande cristallo mai ritrovato. E ci sono poi mostre multimediali sull’energia e sull’importanza del Ticino durante la seconda guerra mondiale.
Quando un pianoforte a coda entra nella montagna
Nel 2001 è stata declassificata e nell’estate del 2012 è stata aperta al pubblico. Da allora la fortezza Sasso San Gottardo è - con i suoi 8’000 metri quadri e circa 2,5 chilometri di cunicoli - innanzitutto uno spazio museale. Dall’inaugurazione è stata visitata da circa 140’000 persone. «Soltanto in questa stagione sono stati staccati 18’000 biglietti: sono dati di cui siamo contenti» ci dice il curatore Damian Zingg che, assieme a Cristina Kaufmann, da anni accompagna i visitatori nei tunnel (attenzione: non è un’esperienza adatta a chi soffre di claustrofobia).
Gli spazi sotterranei del forte si addicono anche a eventi e feste particolari, tra cui i matrimoni: «Dall’apertura tre coppie svizzere hanno scelto di celebrarlo all’interno del Sasso San Gottardo» afferma Zingg. E poi non mancano gli appuntamenti con la musica classica, che a volte richiedono un impegno particolare per l’organizzazione. «Proprio recentemente abbiamo dovuto portare nella fortezza un pianoforte a coda - ricorda il curatore - e non è stata un’impresa facile: sono state smontate le gambe, ma dovevamo essere sicurissimi che passasse da ogni svolta». Tra altri eventi curiosi proposti nelle profondità della montagna, si contano poi una sessione di yoga nella sala del cristallo e una sfilata di moda con abbigliamento sostenibile.
Quest’anno per visitare il Sasso San Gottardo c’è tempo ancora fino al prossimo 13 ottobre. La stagione 2020 partirà poi il 29 maggio.