Uno dei personaggi chiave nella vicenda Argo 1 contrattacca e si schiera anche a favore di “No Billag”: «Una tv che diffonde fake news deve chiudere»
BELLINZONA - Con una raccomandata inviata al Ministero Pubblico il 20 dicembre, Marco Sansonetti ha deciso di querelare i giornalisti della Rsi Aldo Sofia e Philippe Blanc per il servizio andato in onda nella trasmissione Falò il 28 settembre, servizio incentrato sull’ormai nota vicenda legata ad Argo 1 e secondo Sansonetti, troppo fazioso e diffamatorio nei confronti della sua persona.
«Il servizio è stato realizzato per il 70% sulla mia persona - si legge nella missiva - usando il mio nome e cognome, usando ricostruzioni e dichiarazioni false volutamente diffamatorie. Il servizio in generale mi ha rappresentato come un delinquente, truffatore professionalmente incapace ma soprattutto come una persona violenta, poco equilibrata e dedita alla corruzione».
Non solo diffamazione e «mancato rispetto della dignità», ma anche - secondo Sansonetti - «violazioni delle norme deontologiche», come la mancata presunzione d‘innocenza o la mancata verifica delle dichiarazioni rilasciate dai testimoni. Infine, nel servizio Sansonetti verrebbe accusato di «truffa ai danni dello Stato», accusa questa mai mossagli dal Pubblico Ministero.
Sostenitore di “No Billag” - L’ex responsabile operativo di Argo 1 si spinge anche più in là, e nel post pubblicato sul proprio profilo Facebook afferma chiaramente la volontà di votare “Sì” il prossimo 4 marzo all’iniziativa “No Billag”. Il motivo? A suo dire fake news e costi di realizzazione sproporzionati. «Le fake news non devono essere pagate dai poveri cittadini», si legge. E ancora: «Mi piacerebbe che la Rsi mostri il costo totale sostenuto per la splendida realizzazione del servizio di Falò sul caso Argo 1: costo scenografia, costo fumettista disegnatore, costo sull’esclusiva delle dichiarazioni fake news del super testimone, costo attori teatrali, super compensi Aldo Sofia, Philippe Blanc, compensi staff audio video esterno e staff di studio.
Infine, Sansonetti non si capacita di come la rete televisiva di Comano sia entrata in possesso di un documento riservato al Ministero Pubblico e mostrato durante il servizio di Falò (documento contabile che fa parte dell'inchiesta penale in corso da parte della Magistratura).
La conclusione di Sansonetti è poi lapidaria: «Informare il popolo è una cosa importante, ma è importante solo se le notizie che vengono fornite ai cittadini sono vere e appurate. Emittenti radio televisive che vivono di fake news è meglio che chiudano e non facciano danni al popolo».