Instagram, Facebook, tio.ch: condividere la foto del porcino è ormai d'obbligo, ma occhio al mal di pancia
LUGANO - Avete mai provato a cercare #porcino o #fungiatt su Instagram? Poi c’è Facebook, dove la pagina Fungiat ticines è un’istituzione. E che dire delle 200 e passa foto inviate dai lettori a tio.ch/20 minuti? Insomma: boleti, chanterelle, mazze di tamburo e barbis sono sempre più social.
Ma c’è l’altro lato della medaglia: le intossicazioni da funghi sono più che raddoppiate. Quest'anno al servizio di consulenza Tox Info Suisse sono già giunte 520 segnalazioni, quasi 200 in più rispetto allo scorso anno. Ancor peggio in Ticino dove a fine ottobre 2016 se n’erano contate 4, quest’anno invece già 13, oltre il triplo.
Come mai? «Molti giovani e molte famiglie hanno iniziato a raccogliere funghi», racconta Marionna Schlatter, portavoce dell’Associazione svizzera degli organi ufficiali di controllo dei funghi (Vapko). Katharina Schenk-Jäger, medico ed esperta di Tox Info Suisse, è d’accordo: i nuovi raccoglitori ignorano i possibili pericoli in cui potrebbero incorrere. «È sempre meglio andare a far controllare i funghi che in ospedale», raccomanda. «È un peccato che molti non li facciano controllare, visto che noi volontari offriamo un servizio gratuito», concorda Francesco Panzini, presidente della Società micologica Carlo Benzoni e segretario della Vapko Svizzera italiana.
Panzini quest’anno ha effettuato una trentina di controlli, un paio di volte il raccolto non era edibile. Ma mai per la velenosità: «Spesso le intossicazioni sono causate da boleti commestibili, ma che sono deteriorati o marcescenti». Insomma, erano andati a male. «I funghi raccolti vanno cucinati subito, dopo un giorno o al massimo due».
Un altro pericolo è cuocerli poco o nulla. Un esempio? «Il boleto erythropus, cotto è più buono del porcino, mangiatelo crudo e starete tutt'altro che bene», spiega Panzini. Poi, oltre a non avvelenarsi, chi conosce i funghi gode anche di più: «Io mangio circa 120 diverse specie di funghi. Ce ne sarebbero di più, ma il gusto...». Info su vapko.ch
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