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BOSCO GURINTra i walser torna il pane di segale, grazie a due afgani

24.10.17 - 08:30
Primi risultati per l’associazione Durga, che cerca di valorizzare terreni abbandonati ad alta quota. Il coordinatore del progetto: «Grande esperienza di integrazione»
foto tio.ch/20minuti
Tra i walser torna il pane di segale, grazie a due afgani
Primi risultati per l’associazione Durga, che cerca di valorizzare terreni abbandonati ad alta quota. Il coordinatore del progetto: «Grande esperienza di integrazione»

BOSCO GURIN - Un’antica tradizione ticinese riscoperta e riadattata grazie anche al lavoro di due rifugiati afgani. Dopo oltre 100 anni, ritorna il pane di segale a Bosco Gurin. Merito dell’associazione Durga che, da circa una dozzina di mesi, sta cercando di valorizzare una serie di terreni abbandonati, in alta montagna, con coltivazioni sperimentali. «Salviamo questi appezzamenti e coltiviamo i nostri prodotti senza fertilizzanti chimici», ribadisce Lino Tomamichel, coordinatore del progetto.

E, intanto, lo scorso 24 settembre, dal forno a legna del villaggio walser, sono uscite le prime pagnotte con la segale coltivata in loco, a 1750 metri di altitudine. «Un piccolo miracolo – ammette Tomamichel –, che chiude alla grande il nostro primo anno di attività. La ricetta del Rogga Broot è profondamente legata a questo territorio. Nel corso dei decenni sono andati persi i dettagli della preparazione di questo pane. Diciamo che l’abbiamo reinventata, cercando di ispirarci alle tracce che avevamo a disposizione. È stato il panettiere Matteo Bonzanigo, esperto di forni a legna, a concretizzarla. Il pane, per ora, l’abbiamo prodotto in forma limitata, circa una cinquantina di esemplari. E l’abbiamo venduto al mercato. Per il futuro vedremo».

Un traguardo centrato anche grazie alle fatiche di Mirzad e Sacki, richiedenti l’asilo che hanno lavorato sui campi, al fianco di Tomamichel. «Due ragazzi eccezionali. Ora si godono le meritate vacanze. È stato un grande esempio di integrazione. Torneranno a primavera. Hanno sempre dimostrato molta sensibilità verso le usanze locali». Tomamichel guarda oltre. «Non ci siamo limitati alla segale. Abbiamo coltivato patate, lenticchie, veccia, grano saraceno, orzo, lupino da caffè, varie spezie aromatiche e erbe medicinali. E in vista del prossimo anno tenteremo anche la via dello zafferano».

 

 

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COMMENTI
 

paola_65 6 anni fa su tio
Bello!! Bravissimi !! Finalmente una bella notizia :) Solo una cosa mi sfugge: dove vanno in vacanza per 6 mesi ? Io ringrazio tutti i santi del paradiso se riesco a fare due settimane..

Nicklugano 6 anni fa su tio
... e se gli affari andranno bene, arriveranno Aldi, Denner, City Carburoil e tutti gli altri con il pane di segale, ovviamente congelato e d'importazione da Polonia, Ungheria ecc...

GI 6 anni fa su tio
Iniziative che meritano un plauso !!

MIM 6 anni fa su tio
Bene, mi piacciono queste notizie :-)

pillola rossa 6 anni fa su tio
Pain de seigle valaisien AOP. Loro non hanno mai smesso. Comunque bravi!

Pepperos 6 anni fa su tio
Per fortuna in Valtellina lo posso ancora trovare ( Tirano ) il segnale quello basso è una delizia:)

Pepperos 6 anni fa su tio
Risposta a Pepperos
Signor Daniel, leggendo giornali italiani,De,F la linea editoriale è quella usata la stessa che usa Tuo. È dato di fatto che quando non indicano la nazionalità é dà ritenersi cittadino Svizzero .
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