In Svizzera 570'000 persone sono considerate povere. Vi presentiamo alcune di loro che vivono in Ticino
LUGANO - Chiunque abbia a disposizione mensilmente meno di 2’239 franchi al mese, se persona sola, o di 3’984 franchi, per due adulti con due figli, è considerato povero. In Svizzera sono 570’000 le persone colpite dalla povertà reddituale. 145’000 di loro sono occupate.
Abbiamo chiesto ai lettori di tio.ch di raccontarci come vivono; non immaginavamo di ricevere così tanti contributi. Abbiamo deciso di pubblicare alcune delle loro storie.
R.P., Monte Carasso: «Sono una donna divorziata, in AI per una grave malattia degenerativa. Ho un figlio di 17 anni a carico e percepisco 2’800 franchi. Pagato l’affitto e le spese mensili mi restano 300 franchi per arrivare alla fine del mese. Quando lavoravo guadagnavo 5’000 franchi al mese, ora che sono malata non riesco a sbarcare il lunario. Il padre dei miei figli è in pensione e percepisce il minimo vitale. Mia figlia ha 20 anni ed è incinta di 6 mesi. Ora è in assistenza e percepisce 2’100 franchi. Come faremo ad arredare il suo appartamento e a comprare tutto l'occorrente per l'arrivo di un bebè? Mai avrei pensato di ridurmi in assoluta povertà in Svizzera».
Anonimo: «Sono un ragazzo di 31 anni nato e cresciuto in Ticino. Sono in assistenza. Vivo con 2’084 franchi al mese, più 120 di assegni per i figli e 59 franchi di cassa malati. Quando lavoravo come responsabile di filiale guadagnavo 3’800 franchi al mese. Ho attestati di carenza beni. Sono povero ed ero povero quando lavoravo. Non posso andare dal dentista, non posso permettermi di riparare l’auto, non posso acquistare dei vestiti, non vado in vacanza da 9 anni. Non posso neppure fare la spesa, figuriamoci andare dal medico».
Daniele: «Dopo avere versato gli alimenti mi restano 2’300 franchi al mese. Pago 1’150 franchi di affitto e 450 di cassa malati e me ne restano 700. Con le altre fatture da pagare, non ho soldi per fare la spesa».
A.C., Davesco-Soragno: «Sono svizzero, ho 30 anni e un diploma federale di commercio. Mi sto riqualificando nel settore sanitario. Mia moglie ha 31 anni e abbiamo 3 figli (di 5 e 3 anni, il più piccolo ha 2 mesi) e secondo lo Stato possiamo vivere con 3’800 franchi. Ho chiesto l’aiuto allo studio e mi hanno accordato 25’000 franchi per l’intero anno scolastico, a cui però sarebbero stati detratti gli assegni integrativi già ottenuti. In totale mi hanno versato 1’400 franchi. Nel frattempo l’assegno integrativo è stato annullato e sono rimasto un mese senza entrate. Conclusione: viviamo con 3'800 franchi al mese in 5. Per assurdo se avessi deciso di gravare del tutto sullo Stato, percependo l’assistenza, mi avrebbero versato 4’000 franchi».
M.H., Lavertezzo: «Sono in assistenza da 3 anni e mezzo e percepisco circa 1’900 franchi al mese. Devo pagare l’affitto, la cassa malati, ogni due mesi telefono e tv, la corrente elettrica e la billag. Con le altre piccole spese mi restano circa 500-600 franchi per vivere».
G. da Arzo: «Sono un uomo solo, famiglia monoparentale. Lavoro anche di notte per qualche franco in più».
N.C., Onsernone: «Ho 31 anni. Di formazione storico, lavoro nel campo educativo 5 ore alla settimana. Guadagno circa 1’600 franchi al mese. Vivo bene e non mi manca niente. Il mio segreto? Vivo con altre persone in una splendida casa, condividiamo le spese, l'auto e tutti gli apparecchi. Non compro niente di superfluo, piuttosto riciclo o riutilizzo. Ho deciso di ridurre i miei bisogni (o presunti tali) per poter disporre di qualcosa di più prezioso: il tempo per realizzare i miei progetti di vita».
M.V.: «Lavoro in stage da 3 mesi tramite un programma di reinserimento professionale previsto dalla disoccupazione. Percepisco 1’800 franchi dall’assistenza. Vivo da solo con un cane e pago un leasing di 300 franchi al mese».
J.P., Losone: «Vivo con 1'550 franchi al mese tra lavoro e assistenza. 1'000 franchi li guadagno io, l’assistenza mi versa il resto con anche due mesi di ritardo. Sono costantemente con l'acqua alla gola».
D.R., Locarno: «Ho 42 anni e sono sola. Ho percepito una rendita AI fino a cinque anni fa, poi sono finita in assistenza. Mi danno 2’235 franchi al mese, da cui tolgono le spese. Mi restano 300 franchi. Non riesco a fare la spesa e questo mi causa problemi di salute».
A.B., Solduno: «Sono una mamma single di 33 anni, lavoro ad ore e vivo con circa 3’000 franchi al mese. Percepisco una parte di indennità di disoccupazione, ma finirà a luglio 2017. Arrivo a fine mese a fatica, devo rinunciare a pagare le imposte e questo porta ad attestati di esecuzione e fallimenti e di carenza beni. Ho dovuto smettere di pagare la cassa malati in attesa dei sussidi (fortunatamente concessi) e ora posso riprendere a pagare. Non ho scarpe senza buchi e posso comprarle solo se pianifico bene la spesa mensile, pago tutto a rate e non mi resta niente».
F.R., Cadenazzo: «Sono un padre di quattro figli. Viviamo in assistenza con 2’280 franchi al mese. Siamo pieni di debiti che prima non avevo. Grazie a questa burocrazia. Non possiamo permetterci neanche un primo e un secondo a pranzo e cena. Non possiamo far felici i nostri figli perché non possiamo permetterci neanche di andarci a mangiare una pizza tutti insieme. Vi ricordo che siamo in Svizzera da 15 anni e non abbiamo mai avuto bisogno del denaro pubblico. Abbiamo sempre lavorato e pagato le tasse. Adesso chiediamo aiuto e ci danno l’elemosina».
L.C., Lugano: «Mia madre, di 77 anni e svizzera dalla nascita, nonostante abbia lavorato ininterrottamente a tempo pieno, prima in proprio, poi per 35 anni come dipendente in un negozio della “via del lusso” di Lugano e abbia sempre ovviamente pagato tutti i contributi, oggi percepisce poco più di 1’800 franchi al mese di Avs e 255 di pensione. La sua ex datrice di lavoro, invece, che appartiene a una famiglia multimilionaria della Svizzera interna, fa uso di aerei privati ed elicotteri per spostarsi».
M.P, Maggia: «Sono mamma di un bimbo di 6 anni e sono single. Viviamo in due con 2’580 franchi e per questo ho dovuto rinunciare alla macchina. Da oltre due anni sono alla ricerca di un impiego. Alle richieste di mio figlio devo rispondere più no che sì. È frustrante, provo un gran senso di sconfitta, oltre a sentirmi inutile e un peso per la società. Ho tanta voglia di lavorare ma nessuno è disposto a prendermi, anche solo per uno stage sovvenzionato dal Cantone. Ho la mia vita qui, la mia famiglia, e mio figlio comincia a farsi amici, ho pensato di andarmene ma non posso strapparlo dalla sua realtà».