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PONTE CREMENAGASostanze cancerogene alla Brogioli SA: «Controlli inadeguati?»

15.05.17 - 10:52
Matteo Pronzini interroga il Consiglio di Stato sulle gravi malattie polmonari contratte da 5 dipendenti della ditta
TiPress
Sostanze cancerogene alla Brogioli SA: «Controlli inadeguati?»
Matteo Pronzini interroga il Consiglio di Stato sulle gravi malattie polmonari contratte da 5 dipendenti della ditta

PONTE CREMENAGA - Controlli inadeguati. Dopo il caso della Crotta SA anche la Brogioli SA di Ponte Cremenaga, attiva nell’industria orologiera, finisce sul banco del Consiglio di Stato. Il caso di cinque dipendenti che hanno contratto malattie polmonari gravi a causa del contatto ravvicinato, a loro insaputa, con il berillio - come rivelato dalla trasmissione Falò - è infatti finito nel mirino di Matteo Pronzini.

«Controlli di laboratorio fatti realizzare dai giornalisti hanno certificato la presenza di berillio sia sui vestiti dei dipendenti, sia nel terreno circostante la fabbrica», sottolinea il deputato MPS, precisando inoltre come i controlli presso la ditta sarebbero avvenuti «avvisando con largo anticipo e permettendo così all’impresa di ovviare ad eventuali mancanze», nonostante «una denuncia penale per "lesioni colpose gravi"» pendente da due anni al Ministero pubblico.

Alla luce di queste considerazioni, Pronzini pone al Consiglio di Stato le seguenti domande:

    • quale è la procedura di annuncio in caso di utilizzo di sostanze pericolose e quali autorità o enti sono stati messi al corrente dell’utilizzo di berillio alla Brogioli SA di Ponte Cremenaga?
    • chi è competente per effettuare i controlli all’interno e all’esterno della ditta in questione per assicurarsi che non ci siano pericoli per i dipendenti e per l’ambiente?
    • quanti e quali controlli sono stati effettuati negli ultimi 15 anni?
    • gli enti e le autorità preposte ai controlli sono in contatto fra di loro e si scambiano informazioni?
    • negli ultimi 15 anni quanti dipendenti della Brogioli hanno presentato domanda d’invalidità?
    • a seguito della denuncia al Ministero pubblico sono state allertate le autorità o gli enti preposti ai controlli?
    • sono mai stati effettuati controlli a sorpresa? Da parte di chi?
    • il limite massimo di concentrazione sul posto di lavoro per il berillio fissato per legge è di 0.002 mg/m3, le misurazioni effettuate alla Brogioli hanno mai rivelato concentrazioni superiori?
    • come è possibile spiegare le alte concentrazioni di berillio trovate sugli abiti da lavoro dei dipendenti? 
    • sono mai stati effettuati test di laboratorio su oggetti all’interno della ditta o sul terreno circostante?
    • quali misure intende adottare il Consiglio di Stato per evitare che altri lavoratori si ammalino?
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COMMENTI
 

yvette6268 6 anni fa su tio
non c'è più nessun tipo di controllo in Ticino su che tipo di aziende si insediano, se le loro attività sono dannose per la salute sia dei lavoratori sia di chi vive nelle vicinanze, nonchè che tipo di impatto ambientale possano avere ed ancora più imbarazzante è il fatto che queste brute vicissitudini escano per servizi televisivi Patti Chiari per Crotta SA e Falò per la Broggioli SA e non perchè il Cantone o I comuni o gli enti di controllo preposti fanno il loro dovere.

Equalizer 6 anni fa su tio
Pronzini di principio non mi piace, ma devo ammettere che questa volta ha sparato bene.

navy 6 anni fa su tio
Sì! Controlli inadeguati oppure lentezza di intervento da parte degli organi preposti. In entrambi i casi, il problema esiste ed è bello grosso.In questo cantone (in tutta la Svizzera pure), i vari enti statali e parastatali devono smettere di dormire e di credere a Babbo Natale e la fiaba di Cappuccetto Rosso!La gente, in questa bell'azienda gestita alla facilona, muore o è sulla strada dell'ospedale...... Il caso Crotta è una vergona ma, che mi risulti, ad oggi non si è ammalato nessuno. La SUVA fa bene a far girare i propri ispettori ma.......non basta credere a quattro chiacchiere davanti ad un caffè durante un'ispezione per sdoganare un'azienda. Questa ne è la conferma! Abitassi nelle immediate vicinanze di questa "ditta della morte", visto quanto emerso dalle analisi di Falò, costituirei un bel comitato di quartiere e chiederei un risarcimento. Lo chiederei allo stato che, IN MODO CHIARO ED EVIDENTE, ha mancato nel controllare, sanzionare e sanare.Un cantone di TASSE SVIZZERE ma GESTIONE ITALICA! Ecco cosa siamo diventati!

SosPettOso 6 anni fa su tio
Risposta a navy
Daccordo su tutto tranne sulla "GESTIONE ITALICA". 'ste ditte arrivano proprio dall'Italia e proprio perché in Italia non gli lasciano fare tutto quello che vogliono... Sia dal lato finanziario (qui basta che versino le imposte alla fonte e va tutto bene) che per come trattano i loro dipendenti, in Italia 'ste ditte le tengono d'occhio e semmai le "commissariano". Bruttissimo da dover ammettere, ma noi siamo peggio che in Italia.

navy 6 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Nel mio commento ho dato per scontato per "è peggio che in Italia". Questo considerando (ecco perché in grassetto) che paghiamo un pacco di tasse! Ecco cosa, di fatto, ci rende oramai peggio che in Italia. Per quanto è del resto del tuo commento (legato al commissariamento), concordo pienamente. In Italia, nessun vede nulla, sa nulla e sente nulla. Poi, non appena Striscia la Notizia punta un problema, se va bene arrivano i Carabinieri e verbalizzano tutto e, se va male, arriva la Guarda di Finanza appone i sigilli e tutti a casa! Il problema è che i sigilli (poi) devono restare e non saltare appena le telecamere si sono spente. Qui, oramai, siamo come in un FILM ed il "CIAK MOTORE" non lo grida lo stato che ha la regia ma enti terzi...... Peggio che l'Italia!
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