Cerca e trova immobili

CANTONEUna tartaruga e due pappagallini alla frontiera

14.06.16 - 06:00
Besomi: «Con le importazioni illegali si alimenta il mercato nero»
Foto Guardie di confine
Una tartaruga e due pappagallini alla frontiera
Besomi: «Con le importazioni illegali si alimenta il mercato nero»

LUGANO - Speravano di portare a casa un animale esotico. Ma non sono riusciti a evitare i controlli al confine. Ed è così che nelle scorse settimane nella zona di Ponte Tresa sono spuntati una tartaruga e due pappagallini kakariki. «Gli animali sono stati trovati il medesimo giorno, ma si trattava di due casi distinti» ci dice Mirco Ricci, portavoce del Corpo delle guardie di confine della Regione IV. «Entrambe le vetture fermate - continua - avevano targhe ticinesi e si ipotizza che l’acquisto sia stato effettuato al mercato presente oltre confine». Un acquisto che tuttavia non poteva essere portato in Svizzera, poiché si trattava di animali che sottostanno alla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites). Ma si tratta di casi sporadici. «Alle frontiere ticinesi non rileviamo molte infrazioni di questo tipo, nell’ambito degli animali troviamo piuttosto cuccioli di cani o di gatto non dichiarati durante l'importazione» spiega Ricci.

Non si tratta soltanto della multa - Con l'animale esotico non si rischia comunque soltanto una multa. «Di determinati animali non si conosce la provenienza, e con il loro acquisto si va ad alimentare il mercato nero» afferma infatti Emanuele Besomi della Società protezione animali di Bellinzona (Spab), che ricorda come qualche anno fa si parlava di pappagalli catturati in Sudamerica e poi spediti in tubi di cartone. «Pochi quelli che arrivavano a destinazione ancora vivi, ma il commercio risultava comunque redditizio». E nell’ambito del commercio illegale di animali esotici, in Ticino si rileva anche quello di rapaci. «Circa un anno e mezzo fa a Mendrisio avevamo trovato un gufo virginiano, ma sul territorio cantonale non risultava nessuno che avesse il permesso per possederlo. Quasi certamente si trattava del frutto di un’importazione illegale» conclude Besomi.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

miba 7 anni fa su tio
Che affare di stato! Besomi non perde mai l 'occasione...e magari chissà la delusione di qualche bambino...
NOTIZIE PIÙ LETTE