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CANTONEBoom di ricoveri per influenza, ospedali stracolmi

02.02.15 - 06:17
Un virus aggressivo e un vaccino debole stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario ticinese. Grande stress in corsia e negli studi medici
Boom di ricoveri per influenza, ospedali stracolmi
Un virus aggressivo e un vaccino debole stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario ticinese. Grande stress in corsia e negli studi medici

BELLINZONA - Febbre sopra i 38, tosse, mal di gola, raffreddore, studi medici e farmacie presi d’assalto. È un Ticino stretto nella morsa dell’influenza. E a farne le spese sono anche gli ospedali, dove si registra praticamente il ‘sold out’. “Da quando è scoppiata l’epidemia - sottolinea Carlo Balmelli, responsabile del servizio di prevenzione delle infezioni presso l’Ente Ospedaliero Cantonale - i ricoveri sono stati un ottantina. Circa il doppio rispetto allo scorso anno”.

Sotto pressione - A questa cifra vanno aggiunti tutti i pazienti ricoverati nelle cliniche private. È un momento di forte stress negli ospedali ticinesi. Ma anche negli studi medici. “Siamo sotto pressione - ammette Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici ticinesi -. Il virus è molto forte. E se trascurato può degenerare in polmonite o bronchite, soprattutto per quanto riguarda le persone anziane. È vero, sono stati necessari vari ricoveri. Persone generalmente in là con gli anni, ma anche qualche giovane con il sistema immunitario debole”.

Rischio di contagio - Spesso un ricovero per influenza significa dovere reperire una camera singola. “Perché il virus è infettivo - spiega Balmelli -, c’è il rischio di contagio. I pazienti dunque necessitano di un certo isolamento. Non possono stare in camera con altre persone”. Un vero problema, se si considerano i tassi di occupazione degli ospedali già di per sé alti. “In alcune strutture ci sono stati attimi di piena - conferma Balmelli -. Però la situazione è stata gestita bene”.          

Mutazione genetica - Alla base del fenomeno principalmente due cause. Da una parte un virus più forte, dall’altra un vaccino più debole. “Solitamente - riprende Balmelli - il vaccino viene preparato in primavera. E nell’arco di tempo successivo il virus non ha il tempo necessario per modificare la sua struttura. Stavolta però è accaduto. C’è stata una mutazione genetica del virus H3N2. Non ha più la stessa struttura di quando è stato creato il vaccino. Ecco perché il vaccino ha meno potere”. Il virus, mutando, tende ad assumere una maggiore aggressività. Ancora Balmelli: “Tanto da rappresentare una novità per il nostro sistema immunitario. Con simili premesse, si è per forza più soggetti all’influenza”.  

Proiezione incoraggiante - Nel corso del mese di febbraio, tuttavia, l’allarme dovrebbe rientrare. “Nel giro di due settimane - fa notare Denti - la situazione dovrebbe normalizzarsi. Il picco l’abbiamo già raggiunto”. “Il Ticino - aggiunge Balmelli - è stato tra i primi cantoni a essere colpiti dal virus. Possiamo ipotizzare che sarà anche tra i primi a liberarsene”. Patrick Mancini     

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