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SVIZZERAIl 4 marzo si vota anche per le politiche italiane

20.02.18 - 14:23
Se gli svizzeri si esprimeranno su No Billag e sul nuovo ordinamento finanziario, gli italiani residenti da noi eleggeranno deputati e senatori
Keystone
Il 4 marzo si vota anche per le politiche italiane
Se gli svizzeri si esprimeranno su No Billag e sul nuovo ordinamento finanziario, gli italiani residenti da noi eleggeranno deputati e senatori

BERNA - Gli italiani in Svizzera, così come tutti quelli all'estero, stanno già scegliendo per corrispondenza i loro rappresentanti nel nuovo parlamento, in anticipo rispetto alle elezioni politiche che nella penisola si terranno il 4 marzo. Gli aventi diritto di voto sono 4,3 milioni (700mila in più rispetto al 2013), che dovranno eleggere 12 deputati e 6 senatori.

La circoscrizione estero è divisa in quattro ripartizioni territoriali: Europa; America Meridionale; America Settentrionale e Centrale; Africa, Asia, Oceania e Antartide. L'Europa è quella che assegna più seggi, ossia 7 (5 alla Camera e 2 al Senato). Il materiale di voto deve essere rispedito all'ambasciata o alle sedi consolari nel Paese di residenza entro le 16.00 del 1. marzo, in modo che tutti i plichi si trovino domenica 4 marzo al centro di smistamento di Castelnuovo di Porto (Roma), dove avrà luogo lo spoglio.

Il rinnovo della Camera dei deputati (630) e del Senato (320) per gli italiani fuori dai confini nazionali avviene secondo la "Legge Tremaglia", entrata in vigore nel 2006, che ha istituito la circoscrizione estero consentendo il voto per corrispondenza. Non si applica quindi il tanto contestato "Rosatellum" valido nella penisola. Si tratta di un sistema misto, per un terzo maggioritario e per il resto proporzionale. Le sedi diplomatiche impegnate nelle operazioni di voto sono oltre 200 in 177 Paesi, sette in più rispetto all'ultima consultazione referendaria del 4 dicembre.

Da segnalare che quel referendum che avrebbe introdotto una riforma costituzionale con diverse novità a livello parlamentare ed elettorale, bocciato in Italia, venne invece plebiscitato dagli italiani in Svizzera, con il 65% di sì.

Europa: 9 liste, 85 candidati - Nella circoscrizione Europa per la Camera si presentano in tutto 85 candidati (19 donne) suddivisi su 9 liste (32 candidati su 8 liste al Senato). In sostanza le liste maggiori che si confrontano nella penisola, ossia centrosinistra (PD), sinistra (Liberi e uguali), centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia), Movimento 5 stelle, la lista di Emma Bonino e perfino un Partito repubblicano italiano.

Regna una certa incertezza quanto alla partecipazione nel mondo intero: nel 2013 gli iscritti alle liste elettorali dell'Aire, l'Anagrafe degli italiani all'estero, erano 3.494.687 per la Camera e 3.149.501 per il Senato, pari al 32,11% degli aventi diritto. Si trattò di un voto che diede adito a non poche polemiche e accuse di brogli. Dagli Italiani all'estero la destra, il cui attivismo aveva portato al diritto di voto, si attendeva una sorta di premio; fu invece sconfitta di misura proprio dalle loro scelte in Europa e in particolare in Svizzera. Il Pd si piazzò infatti al primo posto.

Cinque anni or sono dalla Svizzera risultarono eletti al Senato Claudio Micheloni (PD), che lascia dopo 3 legislature; alla Camera dei deputati Gianni Farina (PD) che si ripresenta per la quarta volta e Alessio Tacconi (Cinquestelle), che nel frattempo ha cambiato casacca passando al PD e che figura sulla lista in questa tornata elettorale.

Un parlamento senza Razzi - Nel nuovo parlamento non sarà presente lo "svizzero" Antonio Razzi, classe 1948, senatore preso di mira da vari media per certe sue uscite pubbliche. Era stato eletto nel 2006 alla Camera sulla lista dell'Italia dei valori allora guidata dall'ex magistrato di mani pulite Antonio Di Pietro. Poi però era passato a Forza Italia di Berlusconi, il quale gli aveva assicurato un seggio al Senato nel 2013 in Abruzzo, regione di origine dell'emigrato Razzi. Stavolta tuttavia, con grande disappunto dell'interessato, è rimasto fuori dal giro.

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