Lo scorso 7 novembre, il municipale Richard Wolff aveva annunciato che la polizia cittadina non comunicherà più di propria iniziativa la nazionalità delle persone sospettate di reati
ZURIGO - Tutti i corpi di polizia del canton Zurigo devono citare nei loro comunicati la nazionalità dei presunti criminali: lo chiede un'iniziativa che la direzione dell'UDC zurighese ha deciso di lanciare in seguito alla nuova strategia della polizia della città sulla Limmat.
Lo scorso 7 novembre, il municipale Richard Wolff, esponente della formazione di sinistra "Lista alternativa" e responsabile del dicastero sicurezza di Zurigo, aveva annunciato che la polizia cittadina non comunicherà più di propria iniziativa la nazionalità delle persone sospettate di reati.
I rappresentanti della stampa potranno chiedere chiarimenti in materia, se lo riterranno necessario. La nuova strategia - aveva affermato Wolff - è stata decisa sulla base di un postulato sostenuto due anni fa dal parlamento cittadino ed è volta ad evitare «inutili pregiudizi».
L'annuncio del municipale Wolff, interpretato da molti osservatori come un tentativo di profilarsi in vista delle elezioni cittadine del 4 marzo 2018, ha rilanciato il dibattito a livello nazionale e ha raccolto non poche critiche.
L'UDC del canton Zurigo parla oggi in una nota di «politica della censura» e annuncia che la raccolta di firme per la sua iniziativa partirà nel gennaio 2018.
Citare la la nazionalità delle persone sospettate di reati nei comunicati della polizia è una prassi introdotta da una decina di anni a questa parte praticamente in tutta la Svizzera. Lo spunto lo avevano dato proprio due iniziative popolari dell'UDC che sono state approvate nei cantoni di Soletta e San Gallo. Anche la conferenza dei comandanti delle polizie cantonali ha deciso, dopo un lungo dibattito, di seguire questa strada.