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BERNAPrevidenza vecchiaia: i giovani e le donne sono i più scettici

09.08.17 - 06:09
La prima tornata del sondaggio Tamedia mostra come la riforma dell'Avs sia in bilico a più di un mese dal voto
Keystone
Previdenza vecchiaia: i giovani e le donne sono i più scettici
La prima tornata del sondaggio Tamedia mostra come la riforma dell'Avs sia in bilico a più di un mese dal voto

BERNA - La battaglia per il futuro della previdenza vecchiaia è iniziata già da tempo. La posta in gioco il 24 settembre prossimo è alta: il voto potrebbe infatti portare alla prima grande riforma dell’Avs in 20 anni.

La prima tornata del sondaggio Tamedia indica un testa a testa. La maggioranza a sostegno dell’aumento dell’Iva per finanziare l’Avs rimane risicata: il 52%.

La modifica di legge necessaria per condurre in porto la riforma, invece, non ha il supporto necessario: al momento il 54% degli intervistati si dice pronto o tendenzialmente pronto a votare “no”. Solo il 40% prevede di porre un “sì” nell’urna.

La Previdenza vecchiaia 2020 si compone di due progetti separati. Se uno dei due viene respinto l’intera riforma fallisce. Secondo il politologo Fabio Wasserfallen, il fatto che le intenzioni di voto sulle due proposte divergano è da attribuirsi, fra le altre cose, al fatto che le gente non si è ancora fatta un’opinione chiara e la comunicazione riguardo ai progetti è limitata.

Da notare è come gli elettori del Plr e dell’Udc - entrambi contrari alla riforma - rigettano in maniera netta la nuova legge Previdenza vecchiaia 2020. Tre elettori democentristi su quattro e il 60% dei liberali intendono votare “no”.

Benché il Partito socialista e i Verdi siano a favore della riforma, invece, la loro base non la supporta ancora così nettamente: il 42% degli elettori Verdi e il 31% dei socialisti pensa di votare “no”.

Scarsa approvazione fra i giovani - Secondo il sondaggio, sono i giovani a essere meno pronti a sostenere l’uno o l’altro progetto: al momento solo il 34% dei 18-34enni direbbe “sì” alla legge sulla Previdenza vecchiaia. Fra i 50-64enni la percentuale dei favorevoli è di 9 punti più alta.

Anche la donne - che vedrebbero l’età della pensione alzarsi a 65 anni - sono più scettiche degli uomini riguardo alla riforma. Allo stato attuale solo una su tre voterebbe “sì”. La proporzione fra gli uomini è di uno su due.

Per Andri Silberschmidt, presidente dei Giovani Liberali Radicali, è chiaro che la campagna dei contrari ha colpito nel segno: «I giovani capiscono che sarebbero loro a pagare il conto e che con questa riforma l’Avs andrebbe a gambe all’aria dopo il 2030», sostiene. Silberschmidt spera quindi che sempre più persone più in là con gli anni solidarizzino con i giovani e votino “no”.

Secondo il presidente dei Giovani Plr, del resto, è comprensibile che il popolo sia più scettico rispetto alla nuova legge che all’aumento dell’Iva: «Difficilmente si potrà evitare un innalzamento del valore dell’Iva - spiega -. La legge contiene invece un insensato potenziamento dell’Avs che per molti si spinge troppo oltre».

I promotori: «Non sarà una passeggiata» - Per i sostenitori della proposta si tratta di una doccia fredda. «Il sondaggio indica che non sarà una passeggiata», commenta la presidente dei Verdi, Regula Rytz, che sottolinea come ci siano favorevoli e contrari in molti partiti: «Il comitato del “no” ha iniziato prima la campagna, ma c’è ancora tempo da qui alla votazione - spiega -. Ora tocca a noi fare una grossa opera di convincimento che insista sul fatto che la riforma costituisce un buon compromesso».

Persino le donne della sua fazione, però, guardano con sospetto a un innalzamento dell’età pensionabile prima che sia raggiunta la parità salariale. Rytz: «Dobbiamo mostrare che un rafforzamento dell’Avs aiuta proprio le donne, che spesso hanno solo il primo pilastro».

Sicurezza alimentare: si delinea un “sì” - Il 24 settembre prossimo si voterà anche sulla nuova modifica costituzionale riguardante la sicurezza alimentare. L’esito è abbastanza sicuro: una maggioranza del 53% intende votare “sì”, il 27% è contrario. Un quinto degli intervistati, invece, non ha ancora deciso. In generale, tuttavia, l’opinione pubblica non si è ancora delineata così chiaramente e sono possibili delle variazioni all’approssimarsi del voto.

8’630 persone provenienti da tutta la Svizzera hanno preso parte online fra il 3 e il 4 agosto alla prima tornata del sondaggio Tamedia. I sondaggi vengono condotti in collaborazione con i politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen, che ponderano i dati tenendo conto di variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d’errore è dell’1,5%. Per maggiori informazioni visita tamedia.ch/umfragen (in tedesco).

 

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