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ZURIGOSconfessato "il terrore dei giudici", pagherà due multe

19.02.18 - 23:30
L'uomo - cittadino tedesco residente in un comune sul lago di Zurigo - si vantava di aver stracciato più di 800 multe sfruttando tutte le lacune possibili fra i capoversi delle leggi svizzere
Keystone
Sconfessato "il terrore dei giudici", pagherà due multe
L'uomo - cittadino tedesco residente in un comune sul lago di Zurigo - si vantava di aver stracciato più di 800 multe sfruttando tutte le lacune possibili fra i capoversi delle leggi svizzere

ZURIGO - Dopo più di 20 anni di vertenze giudiziarie, un 78enne soprannominato il "terrore dei giudici" è stato sconfessato dal Tribunale cantonale di Zurigo. L'uomo, che si vanta di aver stracciato più di 800 multe, dovrà ora pagarne due multe per eccesso di velocità.

Cittadino tedesco residente in un comune sul lago di Zurigo, Franz Schulte-Wermeling è un ingegnere in pensione ed è stato anche campione svizzero di canottaggio. Nella cronache giudiziarie zurighesi il suo nome è però associato agli insulti e alle ingiurie rivolte a più riprese ai giudici. In alcuni casi è anche venuto alle mani, rovesciando lo scranno di un giudice, schiaffeggiandone un altro o "devastando" un ufficio di polizia.

«Devo darle uno schiaffo affinché finalmente capisca di cosa stiamo parlando?», aveva ad esempio detto il 78enne alla giudice del Tribunale distrettuale che in prima istanza ha esaminato il suo caso. Il procedimento davanti al Tribunale cantonale si è invece tenuto soltanto in forma scritta.

Il 78enne ha finora cercato di sfruttare tutte le lacune scoperte fra i capoversi delle leggi svizzere. La sua strategia: spetta ai tutori della legge dimostrare che alla giuda della vettura fotografata da un radar o parcheggiata senza pagare ci fosse effettivamente lui e non un suo famigliare o conoscente.

Nel caso specifico l'imputato sosteneva invece che in base al Codice di procedura civile spetta al Ministero pubblico - e non alla polizia - decidere sull'impiego di apparecchi di sorveglianza. Questi ultimi possono inoltre essere utilizzati soltanto per sorvegliare dei sospettati.

Nella sua sentenza scritta, il Tribunale cantonale smonta senza mezzi termini questa teoria. Gli strumenti a cui fa riferimento il codice di procedura civile sono quelli che servono all'autorità inquirente per decidere eventuali misure coercitive.

Gli apparecchi utilizzati per controllare il traffico non vengono utilizzati per sorvegliare singole persone. Il loro impiego è peraltro previsto dalla Costituzione federale ed è regolato dalla legge federale e della relativa ordinanza sulla circolazione stradale, come pure dalla legge cantonale di polizia.

Come se non bastasse, le foto scattate dagli apparecchi radar «mostrano chiaramente il numero di targa e l'accusato mentre si trova alla guida dell'auto», sottolinea ancora il tribunale. Risultato: a meno di un ulteriore ricorso, il 78enne si vede ora obbligato a pagare le due multe di 40 e di 120 franchi per i radar che agli inizi del 2016 lo hanno fotografato a due riprese e velocità eccessiva fuori dall'abitato.

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