Svariate migliaia di donne nel mondo denunciano ogni genere di molestia sessuale. Perché ci sono uomini del genere?
ZURIGO - Sul bus, per strada, nello sport, andando a scuola, al lavoro e anche a casa: migliaia e migliaia di donne, usando gli hashtag #MeToo e #quellavoltache, stanno raccontando le loro personali esperienze di molestie subite. Anche in Svizzera le donne si sono unite al coro.
«Non conosco quasi nessuna donna che non sia mai stata infastidita sessualmente nella sua vita», racconta Bettina Steinbach, del centro di consulenza femminile del Canton Zurigo. Ne sono vittime donne di ogni età e in qualsiasi contesto, «persino dal ginecologo». È noto che alcuni uomini di potere, come il caso del produttore Weinstein, tendano ad abusarne. «Credono di avere diritto di trattare le donne in questo modo», afferma Steinbach.
Ma perché molte hanno taciuto? In parte il genere femminile potrebbe essersi assuefatto alle aggressioni sessuali “leggere”. «Mi rendo conto che alcune considerano la pacca sul sedere un complimento. Ma nessuno ha il diritto di toccare in questo modo una donna, nemmeno se passeggiasse nuda per strada».
Steinbach è felice che ora in molte rompano il silenzio, ma dubita che la frequenza delle molestie diminuirà: «Ora gli uomini, piuttosto che preoccuparsi di proteggere le proprie figlie, dovrebbero parlare con i figli, per esporgli come si trattano le donne. Ci così tanti uomini buoni, e loro devono prendersi le loro responsabilità, dicendo ai molestatori: “Così non va”».
Thomas Jost, del servizio di consulenza sulla violenza Agredis, riservato agli uomini, trova due motivi scatenanti delle aggressioni sessuali: «Molti giovani non si sentono sicuri nel loro approccio con le ragazze. E, mettendosi in competizione tra di loro, si rivolgono in modo stupido alle donne o, addirittura, le deridono. Questo per mettersi in mostra davanti agli altri uomini».
Inoltre ci sarebbe una mancanza di coraggio nella nostra società: «Quasi nessuno rimette i ragazzi al loro posto quando si comportano male». Tutte queste donne che rompono il silenzio sono da vedere come un’opportunità: «Dobbiamo nuovamente imparare a dirci: “Ehi, stai esagerando”», spiega Jost.
Ma è anche la nostra società dei consumi e del lavoro a produrre questi fenomeni di de-socializzazione dei giovani. «Vengono trasformati in lavoratori produttivi», quando invece, afferma Jost, andrebbero istruiti sull’essere persone empatiche e responsabili.
Anche negli scontri all’interno delle coppie, si vede spesso come i maschi non abbiano imparato a provare la compassione: «Questi uomini credono che la loro partner, o ex, appartenga loro, e di avere dei diritti sessuali su di lei», conclude Jost.