Cerca e trova immobili

L'OSPITEUmili o non si vola: il pilota Tami e quella salvezza che non basta più

21.02.18 - 09:24
Dalla crisi autunnale alle speranze di fine inverno, come affrontano i bianconeri i cambi di obiettivi? Arno Rossini: «Finora il mister è stato bravissimo»
Ti-Press
Umili o non si vola: il pilota Tami e quella salvezza che non basta più
Dalla crisi autunnale alle speranze di fine inverno, come affrontano i bianconeri i cambi di obiettivi? Arno Rossini: «Finora il mister è stato bravissimo»
CALCIO: Risultati e classifiche

LUGANO - Ora va tutto bene. I risultati ci sono, nello spogliatoio si scherza, i tifosi sono soddisfatti, il presidente è sereno, il mister ha la prova che il suo lavoro è “giusto”. Ora va tutto bene ma, nonostante la classifica sia divenuta improvvisamente bellissima, nonostante la salvezza sia molto, molto, vicina, ancora non è arrivato il momento di rilassarsi e smettere di spingere a tutta. A Lugano i sorrisi di questi giorni, tenuto conto che di ostacoli sulla strada che porta alla fine del campionato ce ne sono ancora parecchi, possono infatti velocemente trasformarsi in mugugni. Perché, si sa, nel pallone è così: raggiunto il proprio traguardo, si guarda subito a quello successivo. E così, si vivesse una primavera poco entusiasmante, una tranquilla conferma in Super League verrebbe derubricata – sbagliando – a normale amministrazione. L'appetito vien mangiando, si dice; per questo motivo a Cornaredo, come in ogni altro stadio d'altronde, hanno l'obbligo di correre fino alla fine. Di alzare e poi superare la classica asticella.

Ma con che testa lo si farà? Il minor numero di impegni rispetto alla prima parte di stagione (con, di conseguenza, minori possibilità di sbagliare), avversari forse più agguerriti, la paura di non essere in grado di ripetere l'impresa dello scorso anno, il rischio di soffrire di vertigini... sono molti i dettagli, chiamiamoli così, che potrebbero frenare i bianconeri. Quali corde dovrà toccare Pier Tami per tenere i suoi sempre sul pezzo?

«Argomento interessante – ha ammesso Arno Rossini – la reazione di un gruppo alle novità è qualcosa di difficilmente pronosticabile. E può fare la differenza in una stagione».

Il Lugano è partito credendosi grande e si è ritrovato a lottare per la salvezza. Poi ha temuto di dover soffrire a lungo e invece ora può addirittura correre per l'Europa.
«La prima fase è stata gestita e superata al meglio. Ora vedremo che accadrà con la seconda».

La prima fase è stata quella della... crisi.
«I bianconeri erano reduci dall'ottimo campionato scorso. Sono partiti bene ma poi con l'Europa League di mezzo hanno faticato tantissimo. Senza troppi mezzi per competere su più fronti, si sono ripresi quando la coppa ha perso un po' di significato».

Eppure alla fine avrebbero anche potuto superare il turno.
«Sono arrivati vicini a chi si è qualificato, è vero; le ultime partite europee sono però state affrontate con leggerezza. Da lì sono ripartiti».

Hanno giocato senza pressione?
«Si sono ritrovati, in autunno, in coda alla classifica di Super League e messi malissimo in Europa. A quel punto Tami è sbottato, usando toni molto duri sia nello spogliatoio che con i media. Ha azzerato tutte le ambizioni e parlato di stagione sofferta, nella quale pensare esclusivamente alla salvezza. Da quel momento, con quella presa di coscienza, il gruppo è ripartito. C'è stato un successo con il Viktoria Plzen, il pari in campionato di Sion... la svolta, il principio della risalita, è arrivata allora. E per quanto riguarda l'Europa League, le ultime uscite sono state affrontate senza pressione. Anche grazie a quell'atteggiamento sono arrivati i risultati».

Bravo al mister?
«Bravissimo lui, ottimo tutto il suo staff. In quel momento è infatti di sicuro stato difficile gestire la tensione. È stato complicato proteggere ma anche pungolare il gruppo, mettere in chiaro quale fosse la situazione».

Risultati diversi dalle aspettative: come adesso... al contrario.
«E anche ora il mister dovrà essere bravo a far digerire il cambio di obiettivi. Perché, per come va il pallone, la sola conferma del proprio posto in Super League non accontenterebbe più la piazza. Nel calcio tutto cambia velocemente. Ecco quindi che chiudere a metà classifica, magari giocando senza brillare le ultime partite, soddisferebbe meno piuttosto che una salvezza strappata all'ultimissimo minuto di stagione. Purtroppo è così: in questo mondo si ha la memoria corta».

In autunno Tami fu costretto a sbattere i pugni sul tavolo. Ora come può far decollare i suoi?
«Adesso, senza più pericoli relativi alla classifica, è più facile chiedere un cambio di marcia al gruppo. Servirà in ogni caso equilibrio. È giusto cavalcare le emozioni, ma guai a distrarsi».

Guardando al campionato, alle rivali, questo Lugano pare davvero valere il terzo-quarto posto.
«Ma proprio pensare troppo alla classifica è uno degli sbagli da non fare. Quando cominci a fare dei conti ecco che diventa più facile commettere errori».

Quindi, che si fa?
«La salvezza è praticamente certa ma è meglio provare, in questo momento, a fare ancora qualche punto. Poi, la ricetta è semplice: lavoro, lavoro, lavoro. E concentrarsi su un match alla volta».

Non si scappa...
«Esatto. A differenza dell'andata, da qui a primavera i bianconeri potranno però davvero lavorare. Con un impegno a settimana gli allenamenti diventano molto più efficaci. E si può migliorare».

Dove?
«Il Lugano gioca bene. Fa cose semplici ma le fa alla perfezione. E poi è molto solido: non si vincono per caso tante partite senza subire reti. Si può fare meglio in attacco, fase nella quale i bianconeri sono i peggiori del campionato, e si può cercare di dare ancora maggior continuità ai risultati. Nel calcio, lo sappiamo, lo ripeto, basta una partita giocata male o persa per far scemare l'entusiasmo, cambiare il vento e rivedere i giudizi».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE