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TENNISFederer: «Tanti colleghi hanno paura della stampa»

17.01.18 - 20:07
Il campione renano ha parlato del suo rapporto con i media: «Capita che mi mettano davanti alla stampa e io ci vado. Ma a volte vorrei essere altrove»
Federer: «Tanti colleghi hanno paura della stampa»
Il campione renano ha parlato del suo rapporto con i media: «Capita che mi mettano davanti alla stampa e io ci vado. Ma a volte vorrei essere altrove»
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MELBOURNE (Australia) - Molti spunti di riflessione ha offerto la conferenza stampa di Federer dopo il suo debutto vincente agli Australian Open.

Come si legge su Ubitennis lo svizzero ha detto di non volere variazioni eccessive ai suoi orari durante il torneo: «Se posso scegliere, preferisco sempre giocare tutto il torneo nelle stesse condizioni. O sempre di giorno, o sempre la sera. So che non sempre è possibile, ma chiederò di giocare la sera semplicemente perché ho giocato la sera oggi. Ti aiuta con il ritmo e a sentire il campo».

Sul rientro vincente di tutti i big fermi da tempo, ha detto: «Se metti me, Rafa e Novak insieme abbiamo normalmente un margine di vantaggio su molti degli altri giocatori. Così quando torniamo ritroviamo facilmente quel livello. Anche se non ci sentiamo al meglio, alla fine riusciamo sempre a trovare un modo per giocare bene, mentre gli altri faticherebbero già dall’inizio e per loro sarebbe tutto molto più difficile».

King Roger ha poi parlato del suo rapporto con i media: «Penso che parlare in lingue diverse sia sempre una cosa interessante. Per me è una sfida, dire le frasi nel modo giusto, trasmettere quello che voglio con onestà. Lo svizzero tedesco è il più facile, è dove mi sento più a mio agio ovviamente. In un certo senso ci sono cresciuto con le interviste, quindi so come gestirle e anche come ricavarne un po’ di gioia. Penso che sia importante. Cerco di vedere la stampa come un ponte: spero sempre di fornire una bella storia per le persone che leggono o guardano la TV, in modo che pensino “Il tennis è un grande sport, è interessante sai?”. Magari ci sono delle cose che ho detto un po’ troppe volte, ma cerco di essere onesto. Per la maggior parte dei casi questo atteggiamento mi ha ripagato. E ho sempre cercato di rimanere me stesso. Ma a volte penso che esageriamo, troppe conferenze stampa dopo un singolo incontro. Se c’è una storia migliore di me che vinco 6-2, 6-2 al primo turno di un torneo, penso che sia quella a meritare spazio e non il mio incontro. Lo capisco, devono mettermi davanti alla stampa e io ci vado. Ma a volte vorrei essere altrove. Stasera sono però contento di essere qui, quindi va tutto bene. Gli altri tennisti? Ho la sensazione che abbiano paura di voi semplicemente perché pensano di essere stati male interpretati in passato. Me ne sono reso conto proprio all’inizio della mia carriera. Come giocatore, se hai una certa personalità, vieni messo molto rapidamente in un certo “cassetto”: lui è quello divertente, lui è quello serio, lui è quello noioso, eccetera. E devi combatterci per un lungo periodo di tempo. Il potere del microfono è molto interessante, ma alcuni giocatori fanno fatica. Vorrei vedere più atleti essere loro stessi di fronte alla stampa, più rilassati, non così tanto preoccupati dal commettere errori».

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COMMENTI
 

sedelin 6 anni fa su tio
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