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ATTUALITÀ SETTIMANALELa volatilità svizzera sulle montagne russe

18.07.16 - 14:29
D. Meroni, Equity & Fund Analysis BSI
La volatilità svizzera sulle montagne russe
D. Meroni, Equity & Fund Analysis BSI

LUGANO - L’indice elvetico ha nuovamente raggiunto e superato gli 8'000 punti dopo una serie consecutiva di chiusure positive, anche se non spettacolari. La progressione della scorsa settimana non è quindi stata appariscente, ma ha rassicurato il mercato con un andamento moderato e orientato positivamente.

Vi è stato un consistente rimbalzo dei titoli bancari, dopo un periodo difficile, mentre i difensivi che avevano sostenuto l’indice hanno visto qualche presa di utili generate da alcune schermaglie sull’omologazione di generici presso la concorrenza, che seppure marginali nel contesto globale, vista la recente avanzata, hanno suggerito un momentaneo alleggerimento delle posizioni recentemente costituite.

La tregua nel settore finanziario, fino a poco prima ancora sotto pressione e in attesa a livello europeo di affrontare uno stress test che si preannuncia irto d’inside, e la disponibilità degli investitori a ridurre l’esposizione nei difensivi per aprirsi a qualche rischio supplementare, hanno entrambe una matrice comune: la veloce e risoluta discesa dal picco di volatilità generato dalla variabile Brexit.

Il movimento rassicurante di questa variabile fondamentale ha radici nel flusso di notizie che ci sono giunte in settimana da due importanti centri di gravità nel contesto geopolitico. Da una parte, si sta delineando con maggiore chiarezza lo schieramento di partenza per le elezioni negli US, con Sanders che ha rinunciato a destabilizzare la convention ed ha promesso lealtà e sostegno alla candidata Clinton, ma soprattutto è molto piaciuta al mercato la risolutezza con la quale in UK è stato finalizzato il cambio di governo.

L’insediamento di Theresa May e la formazione veloce e lineare della nuova compagine governativa hanno decretato un ritorno alla normalità in tempi più brevi del previsto, premessa fondamentale per un ritorno alla stabilità e alla normalità nella dinamica dei mercati azionari.

In Svizzera, questa convergenza di fattori positivi ha prodotto la contrazione di volatilità storicamente più veloce, con un’escursione dai massimi del Brexit di oltre il 50% nell’arco di una quindicina, quindi una normalizzazione ben più celere e spettacolare delle precedenti occorrenze, compresa quella epocale della rinuncia della BNS alla protezione del CHF del gennaio 2015.

A fronte di questa immagine positiva e rassicurante, segnaliamo tuttavia che in un’osservazione storica di lungo periodo emerge come le recenti escursioni della volatilità attorno al 30 non sono degli estremi come nell’ottobre 2008, ma sono comunque equivalenti alla situazione della primavera 2008, preludio al grande disastro del settore finanziario (ed oggi siamo nuovamente in acque torbide per quanto riguarda capitalizzazione e redditività del sistema bancario) e soprattutto come sia aumentata la frequenza (4 volte in 18 mesi) e raccorciata la distanza da picco a picco, lasciando qualche dubbio su quando sarà la prossima volta, con il timore che ciò possa avvenire ancora prima della fine dell’anno.

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