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ATTUALITÀ SETTIMANALEScenario globale - Dalla Bce un barlume di speranza per l'Europa

26.01.16 - 07:14
L'attualità settimanale di BSI di Gianluigi Mandruzzato, Macro&Fixed Income Analyst BSI
Scenario globale - Dalla Bce un barlume di speranza per l'Europa
L'attualità settimanale di BSI di Gianluigi Mandruzzato, Macro&Fixed Income Analyst BSI

Pur confermando l’orientamento approvato a inizio dicembre, il Consiglio direttivo della BCE (CD) si è detto disposto a valutare un nuovo allentamento della politica monetaria in occasione della prossima riunione di marzo. In particolare, in risposta all'aumento dei rischi di ribasso registrato da inizio anno, il Presidente Draghi ha lasciato intendere che marzo potrebbe essere il momento giusto per “riconsiderare l’orientamento di politica monetaria” nel momento in cui si renderanno disponibili le nuove proiezioni economiche. A tal proposito, il Presidente ha sottolineato con fermezza come il CD stia vagliando l’intera gamma di strumenti da mettere a disposizione e come il CD si sia impegnato all’ “unanimità” a comunicare la propria disponibilità ad allentare ulteriormente la futura politica monetaria.

Questo è il succo della conferenza stampa della scorsa settimana che, in una certa misura, ci riporta indietro nel tempo a quando la BCE manteneva sempre vive e alimentava le speranze di ulteriori misure di allentamento. In questa prospettiva e tenuto conto dell’osservazione di Draghi secondo cui l'evidenza disponibile dai sondaggi indicherebbe un trend di crescita costante nel quarto trimestre, ci potrebbero essere gli elementi per attendersi una ripresa del sentiment di mercato per il futuro.

Ciò sarebbe compatibile con l’indebolimento dell'euro e il rally messo a segno dai mercati del reddito fisso dell’UEM sulla scia dell'apertura di Draghi a ulteriori misure di allentamento da parte della BCE: la moneta unica ha perso oltre un punto dalla decisione della BCE, i titoli di Stato (in particolare quelli dei Paesi periferici dell’UEM) hanno registrato un rally e i mercati creditizi hanno recuperato terreno dopo l’ondata di vendite che li aveva travolti nelle ultime due settimane.

Per quanto riguarda il contesto economico in cui la BCE si trova a valutare il proprio orientamento, dai commenti del Presidente si può cogliere una certa soddisfazione per il miglioramento dell'attività economica e, anche se in misura inferiore, dei prestiti al settore privato. L’attività economica continua a crescere a un ritmo moderato ma relativamente stabile, pressoché in linea, se non leggermente superiore, al debole tasso di crescita del PIL potenziale dell’UEM. Quanto ai prestiti, questi stanno faticosamente recuperando terreno dopo il crollo causato dalla crisi del debito europeo grazie a una serie di misure di allentamento creditizio messe in atto dalla BCE negli ultimi due anni. Il dato mensile relativo ai flussi creditizi netti al settore privato sta tuttavia migliorando e risulta esso stesso compatibile con un proseguimento della moderata espansione economica dell’UEM.

In un quadro segnato dal crollo dei prezzi delle materie prime, i livelli costantemente ridotti dell’inflazione e i crescenti rischi di disancoraggio delle aspettative inflazionistiche continuano invece ad essere motivo di grande preoccupazione per il Consiglio direttivo. Il fatto che le quotazioni petrolifere abbiano subito una flessione del 40% a partire dalla data ultima per l’elaborazione delle proiezioni economiche di dicembre, implica secondo Draghi che l’inflazione mostrerà un profilo decisamente più contenuto nei primi mesi del 2016 e, di conseguenza, ciò si rifletterà sulla media dell'anno. La banca centrale potrebbe anche decidere di passarci sopra se non fosse per le recenti evidenze di una correlazione pericolosamente elevata tra le aspettative inflazionistiche di medio termine e la dinamica delle quotazioni petrolifere e gli attuali tassi dell’inflazione complessiva. Tenuto conto della probabile ricaduta in territorio negativo dell’inflazione complessiva nei prossimi mesi, il rischio di un ulteriore crollo delle aspettative inflazionistiche basate sul mercato non è affatto trascurabile. Inoltre, il CD mostra una particolare preoccupazione per i possibili effetti di secondo impatto del calo dei prezzi delle materie prime sui principali componenti dell’IPC, verosimilmente a causa dell’indebolimento dell’inflazione salariale.

Dal punto di vista del mercato, la BCE ha portato un barlume di speranza sui mercati che, a giudicare dalle prime reazioni, sembrano disposti a crederci.

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