Cerca e trova immobili

ATTUALITÀ SETTIMANALEScenario globale - Stagnazione industriale

19.01.16 - 11:05
L'attualità settimanale di BSI di Gianluigi Mandruzzato, Macro&Fixed Income Analyst BSI
Scenario globale - Stagnazione industriale
L'attualità settimanale di BSI di Gianluigi Mandruzzato, Macro&Fixed Income Analyst BSI

LUGANO - Dei tre grandi macro-settori produttivi – industria, costruzioni e servizi – quello industriale è chiaramente quello più debole nell’attuale fase congiunturale. Finita la grande fase di espansione del settore delle materie prime e, con essa, la fase di propulsione della crescita dei paesi emergenti, la produzione industriale ha iniziato a “battere in testa” ormai da diversi trimestri.

Evidenze in questo senso sono, purtroppo, disponibili da un ampio spettro di economie, ed anche quelle più dinamiche, come, nonostante tutto, la Cina, mostrano una chiara moderazione dei volumi di produzione industriale. Il problema si pone quindi a livello globale e non riflette, come più spesso accaduto nei decenni passati, la perdita di competitività di questa o quell’area a vantaggio delle altre, magari a seguito di un eccessivo apprezzamento della valuta in termini reali.

Questa volta, le difficoltà sembrano almeno in parte strutturali e come tali pongono questioni che non possono essere affrontate con le tipiche risposte cicliche, quali potrebbero essere misure di politica monetaria o di politica fiscale. In effetti, restando al caso cinese, da diversi trimestri ormai le autorità si stanno prodigando per sostenere l’attività industriale con un ampio spettro di misure, senza, finora, riuscire ad ottenere molto più che una moderazione del rallentamento dell’attività nel settore.

Ed a giudicare dal recente andamento dei leading indicator di settore a livello globale, non pare vi siano le condizioni per una robusta ripresa dell’attività nel futuro prevedibile, laddove per robusta intendiamo con tassi di crescita della produzione industriale globale nell’ordine del 3% o 4% su base annua. Al contrario, una sorta di stagnazione, con ritmi di crescita intorno ad un insoddisfacente 2% pare lo scenario più probabile per i prossimi trimestri, diciamo almeno la prima metà del 2016.

L’aspetto strutturale del problema riguarda lo spostamento della domanda nei paesi sviluppati, e benestanti, ed al momento anche i più in forma, almeno in termini relativi, verso le esperienze rispetto ai beni. In parte ciò riflette anche la rivoluzione digitale – ho bisogno di molti meno beni per ascoltare la mia canzone preferita, guardare un film, o leggere un romanzo. In parte, ciò riflette la crescente soddisfazione dei bisogni materiali che si associa all’accresciuto benessere che spinge, di conseguenze, la domanda di consumo più verso le esperienze che verso i beni materiali, magari da esibire quali status symbol.

Vi è comunque un parte più ciclica del problema, legata alle difficoltà economiche vissute negli ultimi anni da diverse economie emergenti. In queste aree, una politica economica attiva può dare buoni frutti, se credibile. E non necessariamente, si deve trattare delle classiche misure di stimolo della domanda finale. Anche in questo caso, infatti, vi è una componente strutturale nelle difficoltà dei paesi emergenti di mantenere le promesse di maggiore benessere per la popolazione residente. Quindi, riforme strutturali mirate a ridurre la corruzione e, più in generale, le inefficienze nel sistema economico potrebbero aiutare a liberare quelle forze imprenditoriali che creerebbero di nuovo le condizioni per una crescita più sostenuta ed anche più sostenibile, soprattutto se si dimostrasse meno dipendente dal mero sfruttamento delle risorse del sottosuolo.

Un ripresa economica nei paesi emergenti si tradurrebbe con ogni probabilità in una ripresa più vigorosa della domanda di beni, a tutto vantaggio del settore industriale e del commercio internazionale.

Per avere informazioni sempre aggiornate sui mercati finanziari, clicca qui per iscriverti alla nostra Newsletter settimanale.

 


 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.