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L'OSPITEI monopoli, una perenne tentazione: il caso Swiss e Lufthansa

01.09.15 - 06:22
Giovanni Merlini, Consigliere nazionale
tipress
I monopoli, una perenne tentazione: il caso Swiss e Lufthansa
Giovanni Merlini, Consigliere nazionale

Dall’inizio dello scorso giugno il mondo dei viaggi è in fermento. Il gruppo Lufthansa, e con esso anche la Swiss, ha fatto sapere che con effetto dal 1 settembre 2015 intende applicare una nuova tassa per tutte le prenotazioni effettuate tramite i sistemi di riservazione indipendenti (denominati GDS). Anni addietro erano proprio state le stesse compagnie di volo a chiedere a gran voce che fossero creati questi canali di prenotazione. Essi consentono infatti alle agenzie di viaggio di dare un’informazione neutrale su prezzi e orari di tutte le compagnie aeree, a livello mondiale. Ora, se è vero che la tassa in arrivo è esigua – CHF 16.- a biglietto – va però ricordato che recentemente queste compagnie aeree, pur avendo diminuito i costi dei biglietti, hanno già introdotto una serie di tasse difficilmente identificabili che, sommate, fanno lievitare il prezzo finale per il consumatore.

Qual è il loro obbiettivo? Semplice: monopolizzare la vendita dei biglietti, costringendo coloro che li acquistano a farlo solo nei siti online del Gruppo Lufthansa e di Swiss, dove non verrebbero fatturati i CHF 16.- della tassa, e ciò con il preciso scopo di impedire il confronto di prezzi e orari delle varie compagnie aeree concorrenti.

Questa iniziativa, non appena comunicata alle agenzie di viaggio, ha comprensibilmente suscitato il vivo disappunto di tutto il settore turistico, anche perché, oltretutto, da tempo le compagnie aeree non riconoscono più un compenso per la vendita di biglietti alle agenzie di viaggio, benché queste ultime rivendano ancora oggi tra il 60% e l’80% dei ticket aerei a livello mondiale.

Diverse sono state le azioni di protesta innescate, in Svizzera, dall’SRV Associazione Agenzie di Viaggi ma anche dal CEO di Hotelplan Suisse, Kurt Eberhard, il quale non ha esitato a rivolgersi prontamente con una lettera al CEO di Swiss, invitandolo a riconsiderare tale decisione che, per altro, non consentirebbe di approntare in tempo utile le necessarie modifiche tecniche. A livello internazionale diverse autorevoli associazioni del settore si sono dichiarate pronte a dare battaglia contro questa iniziativa giudicata discriminatoria e lesiva della doverosa trasparenza dei prezzi per il consumatore. Pure il mondo dell’ecommerce si è schierato dalla parte delle agenzie di viaggio tradizionali.
Curioso poi il fatto che in paesi come Brasile, Cina, Nuova Zelanda, Hong Kong, questa tassa non potrebbe essere introdotta per la mancanza delle relative basi legali.

Sarebbe interessante conoscere il parere della Commissione federale per la tutela della concorrenza leale in merito a questo malvenuto tentativo di monopolizzare la vendita dei biglietti di volo, a danno del consumatore e di un’importante categoria economica com’è quella rappresentata dalle agenzie di viaggio.

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