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Il cinema ticinese in vetrina alle Giornate di Soletta

SVIZZERAIl cinema ticinese in vetrina alle Giornate di Soletta

19.01.18 - 06:01
In programma dal 25 gennaio al 1. febbraio la 53esima edizione delle Giornate di Soletta, «la vetrina del cinema svizzero»
FOTO TIM X FISCHER
La direttrice del festival Seraina Rohrer.
La direttrice del festival Seraina Rohrer.
Il cinema ticinese in vetrina alle Giornate di Soletta
In programma dal 25 gennaio al 1. febbraio la 53esima edizione delle Giornate di Soletta, «la vetrina del cinema svizzero»

SOLETTA - Un’edizione, questa, che si focalizzerà sulle sceneggiature, così come sulle condizioni di lavoro degli autori. Ad essere proiettate saranno complessivamente 159 pellicole - una ventina in meno rispetto all’anno scorso -, tuttora selezionate, come ci spiega la direttrice del festival Seraina Rohrer, «tra originalità e contenuti».

Venti i film in concorso per i due principali riconoscimenti, il Premio di Soletta (pari a 60mila franchi) e il Premio del pubblico. In giuria troveremo il regista svittese Xavier Koller - che da quasi tre decenni vive a Los Angeles -, la scrittrice vodese Pascal Kramer e la co-fondatrice e co-presidente del movimento Opération Libero Flavia Kleiner.

Signora Rohrer, questa edizione si focalizza sulle sceneggiature...

«La modalità di scrittura di un film è molto importante. Attraverso questa programmazione, il nostro intento è mostrare le diverse strutture e sfumature che si possono adottare. Non mancheranno, ovviamente, i momenti di discussione: questo per capire quale sarà il futuro della sceneggiatura in Svizzera e quali sono i modelli che funzionano… Perché in territorio elvetico le condizioni di lavoro degli autori non sono ancora ideali… D’altra parte, per poter realizzare delle buone sceneggiature servono tempi abbastanza lunghi... Tempi che per il momento mancano...».

Cosa vuole anticipare, in particolare, a proposito della programmazione?

«Come lei ben sa, le Giornate di Soletta sono la vetrina del cinema svizzero. E ciò che per noi è sempre molto importante è l’incontro tra le diverse regioni linguistiche».

Quali i film ticinesi in gara?

«In anteprima proietteremo un film di Bindu de Stoppani, dal titolo “Cercando Camille”, che sarà in gara per il Premio del pubblico. In corsa nella stessa sezione, la co-produzione ticinese “Il colore nascosto delle cose” di Silvio Soldini».

Quali invece le pellicole ticinesi non in concorso?

«“Frontaliers Disaster” di Alberto Meroni - che la commissione ha ritenuto molto interessante -, così come i documentari “Gotthard - One Life, One Soul” di Kevin Merz e “Non ho l’età” di Olmo Cerri. Una lavoro, quest’ultimo, che narra del momento in cui, nel 2001, la cantante Gigliola Cinquetti diede al Museo del Trentino le 150mila lettere ricevute dai fan, tra i quali troviamo anche numerosi emigranti italiani arrivati in Svizzera a metà degli anni Sessanta».

A livello svizzero, mi sembra che le Giornate di Soletta siano l’unico festival a dare il giusto spazio e a portare in gara i videoclip musicali…

«Sì, a livello svizzero siamo gli unici. Si tratta di una sezione che abbiamo inserito nella rassegna più di dieci anni fa, attraverso cui è nata anche un’importante collaborazione con m4music, il festival di musica pop del Percento Culturale Migros. Inoltre, se vogliamo questa sezione ci dà anche la possibilità di scoprire nuovi talenti, poiché praticamente tutti i registi, oggi come oggi, debuttano con un cortometraggio o con un videoclip…».

 

 

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