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LUGANO“Sul palco oggi salgo io, non Giacobazzi”

11.03.15 - 06:08
Giuseppe Giacobazzi il 28 marzo tornerà a calcare il palco del Palazzo dei Congressi ma in una veste un po’ inconsueta: un po’ più Antonio e un po’ meno Giacobazzi...
giuseppegiacobazzi.com
“Sul palco oggi salgo io, non Giacobazzi”
Giuseppe Giacobazzi il 28 marzo tornerà a calcare il palco del Palazzo dei Congressi ma in una veste un po’ inconsueta: un po’ più Antonio e un po’ meno Giacobazzi...

LUGANO - Qualcosa di me. Un titolo piuttosto evocativo che suggerisce un tipo di spettacolo più intimista rispetto a quelli proposti finora da Andrea Sasselli in arte Giuseppe Giacobazzi. "È molto intimista, certo. È uno spettacolo quasi autobiografico", conferma infatti il comico romagnolo che dopo vent’anni di carriera ha sentito l’esigenza di raccontarsi. "Molti amici mi dicono che sarà per via della maturità, ma parlare di maturità nel mio caso mi sembra eccessivo. Forse è la vecchiaia. Ho 52 anni, sono diventato padre e guardando alla mia carriera è nato questo bisogno: l’esigenza di parlare di me e non di altri, di far conoscere al pubblico un po’ di più l’uomo e meno il personaggio".

Il pubblico come reagisce?

"Ero molto titubante all’inizio. Siccome è uno spettacolo che contiene delle parti anche seriose - alla fine canto pure, cosa che non ho mai fatto ed è un brano tutt’altro che ridicolo- non sapevo come avrebbero reagito le persone. Alla fine è stata una grande soddisfazione; un risultato superiore alle aspettative con un impatto emotivo col pubblico notevolissimo anche se, intendiamoci: resta sempre uno spettacolo comico"

Scrivi: dai ricordi di fanciullo al viagra… C’è pure quello nel tuo cassetto?

"Nel cassetto sì, c’è anche quello. Nel senso che è un’esperienza che abbiamo condiviso quando uscì sul mercato, scrissi  un pezzo nel ’96 e l’ho riadattato".

Quindi non nel cassetto di casa ma quello del comico?

"Certo! Il viagra era diventato il punto focale per ogni comico, sembrava quasi un bottino da spartirsi. C’erano leggende metropolitane che giravano su questa pastiglia che erano straordinarie. Mi ero documentato ma senza provarlo: c’era talmente tanta gente che l’aveva usato che era come se l’avessi fatto pure io".

Parlavi prima di vecchiaia: sei uno da cremine contro le rughe?

Devo dire che non ho pazienza, ho una crema che fa la mia farmacista ed è utile sia come dopobarba sia come lenitivo. È l’unica cosa che utilizzo. A dirla tutta per uno che sta sul palco non avere le rughe può essere anche controproducente e poi, suvvia non si può essere giovani in eterno!

Insomma vivi bene il tempo che passa?

"Sì. Lo vivo bene perché non ne ho mai avuto paura e quando di una cosa non si ha paura la si vive serenamente. Vivi bene tutte le fasi della vita perché per ogni cosa c’è il momento giusto. I tempi di recupero peggiorano ma altre migliorano come l’amore che diventa più maturo e completo. Percepisci sfumature che ti sfuggivano quando eri giovane".

Com’eri da ragazzino?

"Normale, non è che facessi chissà che cosa. Ero già appassionato di motori e passavo tutto il tempo a montare e smontare il motorino, quando si usciva l’unico obbiettivo era divertirsi e parlare con quante più ragazze era possibile. E poi leggevo tantissimo".

Cosa rimpiangi di quell’età?

"La spensieratezza. Mi ritengo un privilegiato: per il lavoro che faccio e per la vita che conduco non ho troppi pensieri ma allora non ne avevo proprio. Il mio unico problema era: cosa facciamo oggi?"

Come definiresti la tua genesi?

"La passione per questo lavoro, se vogliamo chiamarlo lavoro, è rimasta immutata, come immutata è rimasta la voglia di raccontare perché alla fine è questo che sono: un raccontastorie.  L’evoluzione che c’è stata dall’inizio  è molto semplice: sul palco non sale più Giuseppe Giacobazzi, al quale devo molto,  ma ci vado io. Gli ho tolto tutti gli orpelli, ho levato spazio a quel personaggio per darlo a me. Oggi mi serve ancora come spirito guida ma sul palco ci vado io con òneri e onori".

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