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LUGANOMarketing: meglio affidarsi a un'agenzia o ai propri dipendenti? La risposta è...

26.09.18 - 07:00
...che c'è una terza opzione da considerare, la consulenza! Che cos'è? Un “coach” sul campo che segue progetti specifici e integra le competenze delle risorse interne
Marketing: meglio affidarsi a un'agenzia o ai propri dipendenti? La risposta è...

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...che c'è una terza opzione da considerare, la consulenza! Che cos'è? Un “coach” sul campo che segue progetti specifici e integra le competenze delle risorse interne

Le nuove opportunità di business e i nuovi potenziali clienti da raggiungere sono solo alcune delle ragioni che spingono sempre più aziende a definire e avviare la propria strategia di digital marketing.
Avere competenza in questo campo è fondamentale, ma allo stesso tempo molto complesso, e bisogna avere esperienza, oltre che conoscenze tecniche. Appurata la necessità, per ogni tipo di impresa, di presidiare internet in modo produttivo, il dilemma è: meglio affidare questo compito ad un’agenzia di marketing esterna o internalizzare queste figure attraverso assunzioni / formazione dei dipendenti attuali? Esistono ulteriori alternative?

Delegare tutto a un’agenzia permette di poter contare su professionisti esperti ed aggiornati, dai quali tuttavia si resterà sempre dipendenti. Formare il personale assicura massimo controllo e resa sui progetti digitali ma necessita tempo e fatica. Secondo le più affidabili e recenti ricerche sul mercato digitale, maggiore è la dimensione dell’azienda e più alta e la propensione a delegare all’esterno. Al contrario, le PMI tendono a gestire internamente le attività digitali.

Chiaramente, questo è il trend in estrema sintesi e offre solo una visione parziale del fenomeno. La soluzione migliore, infatti, è diversa a dipendenza dei casi, e varia in base a fattori quali la natura dell’azienda, gli obiettivi di crescita, le risorse interne disponibili, il loro livello di conoscenza, di inclinazione all'apprendimento, le loro capacità e molto altro ancora.

C’è una terza via – battuta in particolare dalle PMI - che può risultare in alcuni casi un compromesso tra le prime due ipotesi: l’ingaggio di un/una consulente. Ci riferiamo a un esperto esterno, estremamente specializzato, dotato di conoscenze ed esperienza di alto livello. È a lui/lei che ci si rivolge per sviluppare uno o più task complessi, curare direttamente un determinato progetto che richieda competenze fortemente settoriali o che risulti essere di assoluta importanza per l’azienda. Avrà un compito preciso, specifico e a termine e costituisce a tutti gli effetti un’alternativa all’agenzia di marketing, alla quale viene invece di consueto affidata integralmente la gestione dell’area digital.

Quando risulta essere questa la soluzione ideale? Innanzitutto, quando l’azienda sta ancora esplorando le potenzialità o muovendo i primissimi passi nel digital marketing. Affidarsi ad un consulente può essere utilissimo per intraprendere insieme uno specifico progetto ma anche (e soprattutto) per sviluppare insieme un’analisi dei canali, del margine d’azione, delle prospettive digitali dell’impresa, tracciando così un piano operativo futuro e affidabile. Più comune, poi, il caso in cui una azienda che sia già dotata di un’area digital decida di affidarsi ad un consulente perché sprovvista – tra le proprie risorse – di figure professionali con le competenze specifiche, settoriali e necessarie per seguire in modo efficace un determinato canale, tool, progetto digitale.

Il consulente, inoltre, come anticipavamo, può risultare anche una soluzione ibrida tra l’ingaggio di un’agenzia di marketing e la formazione del personale. Questo professionista può anche essere chiamato da un’azienda per seguire un determinato progetto non in modo autonomo ,ma coinvolgendo il personale aziendale. Sviluppo e implementazione della strategia saranno così passaggi condivisi, in una sorta di “coaching” che permetta allo stesso tempo di condurre le operazioni in modo altamente qualificato e di istruire i dipendenti, in modo da renderli concretamente autonomi per essere operativi in ottica futura. Non solo formazione, perché resta preponderante il lato pratico. Non solo operatività, perché il consulente coordinerà e istruirà il gruppo di lavoro durante lo sviluppo del progetto.

In questo specifico ruolo bisogna intendere la figura del consulente come quella di un allenatore che coordina e “lavora sul campo” con la squadra aziendale, la guida per alcune partite ma non per l’intero campionato. Il suo orizzonte temporale è relativamente breve, ma intenso, e il modo in cui opera è fortemente orientato al risultato.

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Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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