Curtis Harding narra la genesi di “Face Your Fear” (Anti/Epitaph/Phonag), il suo nuovo disco, il secondo, in uscita il 27 ottobre
ATLANTA (GEORGIA) - A tre anni dalla realizzazione di “Soul Power” (Anti/Burger Records, 2014) - stratosferico esordio costruito al di sopra di una dozzina di tracce autoprodotte -, tra pochi giorni Harding darà alle stampe - in vinile, cd e digitale - il suo nuovo (capo)lavoro, co-prodotto, questa volta, con Sam Cohen e «l’amico di vecchia data» Danger Mouse.
Undici canzoni, attraverso cui torna a restituire all’ascoltatore la commistione soul/r&b oriented - giunta oramai alla perfetta maturazione - che custodisce dentro di sé.
Curtis, “Face Your Fear” (“Affronta la tua paura”): cosa vuoi dirmi di questo titolo?
«Ho scritto la title-track riflettendo su un incubo ricorrente. Ma ciò che voglio dire va al di là delle mie faccende personali: il mio è un suggerimento, in questo momento di fragilità globale. Non dobbiamo farci piegare dalla paura e modificare le nostre abitudini...».
Gli attacchi dell’Isis hanno portato confusione e paura nella società, nel mondo… La gente è cambiata: una conseguenza inevitabile, credo...
«Come abbiamo visto tutti, non è solo l’Isis a colpire le persone innocenti: stiamo vivendo senza dubbio tempi assurdi, orribili, ma dobbiamo tentare in tutti i modi di vivere al meglio la nostra esistenza. Perché è una sola».
Donald Trump e Kim Jong-un non ti fanno paura?
«No. Le mie paure ho imparato ad affrontarle».
Parlavi di un incubo ricorrente: vuoi entrare nel dettaglio?
«Scusami, ma preferirei di no... È qualcosa di molto personale...».
Hai affidato parte della produzione del disco a Danger Mouse: cosa vuoi dirmi del suo apporto?
«Dopo avermi presentato Sam, Danger Mouse ha supervisionato l’intero progetto senza interferire sulle nostre scelte: sai, non è il tipo di produttore che ti dice di fare in un certo modo, quando a te in testa frulla un’idea differente...».
Il primo lavoro di Danger Mouse che ho avuto modo di ascoltare - tanto tempo fa, oramai - è “Dark Night Of The Soul” (Emi, 2010), messo a punto con Sparklehorse. Hai mai sentito quel disco?
«Certo, è un lavoro straordinario…».
Cosa vuoi dirmi delle registrazioni di “Face Your Fear”?
«Si sono svolte tra Los Angeles e New York in circa due mesi…».
In alcune tracce del disco c’è un’ospite…
«È Amber Mark, adoro la sua voce...».
Oltre ad esserti introdotto nell’universo hip hop - ricordo la tua collaborazione con CeeLo Green -, hai preso parte anche a progetti garage rock oriented, partecipando alle registrazioni di “Darling… It’s Too Late” (Suicide Squeeze, 2015) dei Guantamo Baywatch e dando vita, nel 2014, ai Night Sun con Cole Alexander dei Black Lips… Con i Night Sun la produzione si ferma al 7” (“No Pressure”/“On My Way”) pubbblicato tre anni fa?
«No, siamo al lavoro su un intero album...».
Quando prevedi la realizzazione?
«Dobbiamo trovare soltanto un po’ di tempo e rientrare in studio…».
Info: curtisharding.com