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CANADALe "torri luciferine" dei Godspeed You! Black Emperor

02.10.17 - 06:00
Un album politico, rivoluzionario e vitale, uno degli apici della carriera della band di Montreal
Le "torri luciferine" dei Godspeed You! Black Emperor
Un album politico, rivoluzionario e vitale, uno degli apici della carriera della band di Montreal

MONTREAL - Un album politico, visionario, rivoluzionario. I Godspeed You! Black Emperor, con “Luciferian Towers” - pubblicato il 22 settembre -, hanno creato un inno integralmente strumentale di sfida e di repulsione per il mondo dominato dalle lobby economiche e solcato da guerre e disuguaglianze.

Cosa si propongono i Gybe? Dare uno scossone all'ordine esistente. Una dichiarazione d'intenti ben chiara fin dal primo brano, che si propone di abbattere le “torri luciferine”. Il post-rock della band si nutre - oltre che delle immancabili chitarre e tastiere - di cornamuse, di trombe e di un incidere a tratti militaresco, che sale di livello nelle tre parti di “Bosses Hang”, più che esplicito invito a “liberarsi” dall'attuale classe dirigente e tra i capolavori assoluti del gruppo.

Il sound dei Godspeed You! Black Emperor è quello di sempre: coinvolgente, avvolgente, quasi epico. Il tema delle “torri luciferine” torna a manifestarsi in “Fam / Famine” e la sua «meritocrazia arbitraria» prima del triplice movimento di “Anthem For No State”: è il momento del crollo del passato, della catarsi e di una speranza di innovazione. «Canada, svuotato dai suoi minerali e dello sporco petrolio, privato dei suoi alberi e dell'acqua» scrivono i Godspeed su Bandcamp.

Il tutto si fonde, si mescola, facendo provare all'ascoltatore sentimenti contrastanti, che sfociano in una maestosa apocalisse che si apre su un futuro che non può che essere migliore. C'è condanna ma anche speranza in questo lavoro, quanto mai vitale.

La critica internazionale è stata concorde nel lodare questo lavoro, realizzato con assoluta maestria e sicurezza di mezzi, oltre che con una chiarezza d'intenti che tocca l'apice in una carriera più che ventennale. Con tutto il loro sinfonismo post-rock i Gybe non sono mai stati più lucidi e diretti al bersaglio che in questo album.

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