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GAMESFallout 4: una vita dopo la bomba

03.12.15 - 11:37
L’universo post-apocalittico di Bethesda torna con un quarto episodio memorabile ma non impeccabile
Fallout 4: una vita dopo la bomba
L’universo post-apocalittico di Bethesda torna con un quarto episodio memorabile ma non impeccabile

MONTEREY - Recensire un titolo come “Fallout 4” in poco tempo non è cosa facile, per questo ci siamo presi il nostro tempo. Lo sa bene chi ci sta giocando e già si è perso per decine (e decine) di ore nelle sue sterminate praterie radioattive: si tratta di un’opera monumentale. Come “Skyrim” prima di lui, l’ultimo titolo uscito dalle fucine di Bethesda Softworks, è un prodotto molto particolare e che consegna nelle mani del giocatore una libertà quasi infinita.

Fuori dalla Vault - Ogni partita, infatti, è spesso e volentieri una storia a sé stante. L’unica costante è l’ambientazione: una Boston devastata dalla guerra nucleare. In pura tradizione falloutiana noi siamo fra i “fortunati” sopravvissuti protetti (nostro malgrado) dalle pesanti mura di un rifugio antiatomico (l’ormai leggendaria Vault). Bethesda ci dà solo una spinta fuori dalle mura blindate e una lieve traccia: «trova il tuo figlioletto rapito» poi, tutto dipenderà da noi.

L'apocalisse riveduta e corretta - Oltre all’esplorazione delle sterminate lande desolate, vero e proprio fulcro portante, in questa iterazione risulta particolarmente importante la raccolta di risorse (particolarmente scarse, fate tesoro dei vostri proiettili!). Queste ultime potranno essere impiegate per la costruzione e/o miglioria di armi ma anche per edificare e gestire i propri insediamenti in puro stile “Sim” in un circolo virtuoso a cui è impossibile resistere. Completamente rivisto, invece, il sistema di combattimento che vuole provare ad avvicinarsi all’esperienza di uno shooter in prima persona (in questo senso “Borderlands” ha fatto scuola) con risultati apprezzabili.

Grande non fa sempre rima con migliore - Ma non è tutto oro, ci mancherebbe. L’infinita libertà ha le sue controindicazioni: manca una linea di direzione forte e una mano d’artista che faccia brillare il tutto. I personaggi incontrati durante i nostri viaggi sono esili, poco memorabili e i dialoghi trascurabili e a tratti quasi noiosi. Un neo che però per molti sarà solo il proverbiale cacio (mancante) su un piatto di maccheroni già strabordante e da ristorante stellato. Se avete amato “Fallout 3” per questo nuovo episodio impazzirete.

Voto: 7,5/10

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