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SVIZZERASidi e Tesla guardano a un futuro dirompente

14.02.18 - 14:30
Intervista al co-fondatore, Pietro Veragouth
Sidi e Tesla guardano a un futuro dirompente
Intervista al co-fondatore, Pietro Veragouth

Lo Swiss Institute for Disruptive Innovation (SIDI) è un’organizzazione no profit che si occupa di individuare e studiare le innovazioni che hanno il potenziale per avere un impatto dirompente sul mercato e sulla società. Supportato da Tesla e da alcune tra le più rappresentative realtà ticinesi, il SIDI individua e analizza precocemente le innovazioni in grado di rivoluzionare o distruggere un mercato conosolidato oppure di crearene uno completamente nuovo, generando nuove opportunità e stimolando un processo di ulteriore progresso tecnologico e sociale in tutti i settori adiacenti.

Sig. Veragouth, può farci qualche esempio di innovazione dirompente del passato?

L’esempio più classico, e che oggi può sembrare banale, è la ruota. Prima della sua invenzione ci si spostava a piedi o a dorso di un animale e non era pensabile spostare qualcosa che pesasse più di qualche chilo. Con l’avvento della ruota e quindi dei trasporti si sono innescati tutti i commerci, si sono costruite città e il mondo è cambiato per sempre, diventando tutto d’un tratto molto più piccolo.

Un altro esempio di innovazione dirompente che la maggior parte di noi ha vissuto e sta ancora vivendo è Internet, che ha prodotto cambiamenti radicali in molti campi della società. Si pensi per esempio che una persona che vive in uno sperduto villaggio del Bangladesh è in grado di fare assistenza postvendita a un cliente francese che ha acquistato un prodotto cinese su un sito di e-commerce australiano, magari pagandolo in Bitcoin.

Ha citato i Bitcoin, se ne sente parlare sempre più spesso, sono anch’essi dirompenti?

I Bitcoin rappresentano un tema su cui siamo chinati da tempo. Parlare però solo di Bitcoin sarebbe riduttivo e non permetterebbe di avere un quadro sufficientemente ampio per comprendere le potenzialità di questa innovazione. Il Bitcoin è la più vecchia tra le oltre tremila criptovalute esistenti oggi ma, al di là della forte eco mediatica che continua a ricevere, non può non essere preso in esame se non considerando la tecnologia su cui esso si fonda ovvero la blockchain il cui potenziale va oltre quello della moneta virtuale. Ma, per rispondere alla sua domanda, sì, credo che forse non il Bitcoin, ma la criptovaluta in generale e la blockchain in particolare, verranno, un giorno, annoverate tra le innovazioni dirompenti.

Ma quali saranno le innovazioni dirompenti nel futuro?

In seno al SIDI, abbiamo istituito piccoli gruppi di lavoro volti ad analizzare specifiche aree. Al momento ci stiamo ad esempio occupando di intelligenza artificiale, del computer quantistico, del trasporto autonomo, del genome editing, della medicina rigenerativa, del trasporto 3D, della colonizzazione dello spazio, dei link neurali e, appunto, della blockchain. Un gruppo più ampio si occupa invece di individuare le tecnologie ancora in stato embrionale e di monitorarne lo sviluppo.

Com’è nato il SIDI?

La ricerca e l’innovazione sono la mia passione da sempre, ma ad affascinarmi in modo particolare sono quelle idee che in un modo o nell’altro hanno cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, creando un confine netto tra passato e futuro. Le innovazioni classiche a cui siamo abituati a pensare sono per la maggior parte successivi miglioramenti di qualcosa di conosciuto. L’innovazione dirompente, invece, è qualcosa che fa fare un balzo in avanti, che crea una discontinuità. E questo vale in tutti i campi dell’attività umana: nella ricerca, nel business, nella politica, nell’educazione, nella società, nell’arte e così via.

In realtà è da moltissimo tempo che coltivo l’idea di occuparmi di questi temi per cercare di capire quali siano i tratti comuni di queste innovazioni. Cosa le rende veramente “dirompenti”? È possibile individuare in anticipo quali sviluppi a livello tecnologico ma anche sociale cambieranno il mondo? Dopo anni di confronti con esperti, ricercatori e amici con cui mi ritrovavo nei più disparati consessi (congressi, forum, blog, fiere, ma anche in treno o al bar) è stato l’incontro fortuito con il Prof. Andrea Basso a convincermi definitivamente che si poteva - anzi si doveva - sviluppare un progetto ambizioso e concreto. Andrea, attuale presidente del SIDI, noto a livello internazionale per il suo lavoro nel campo della computer vision e del machine learning, nella lunga esperienza professionale che lo ha impegnato per parecchi anni Oltreoceano, ha avuto modo di collaborare con visionari del calibro di Steve Jobs e Negroponte. Degno di nota è il fatto che è titolare di oltre 160 brevetti.

Rientrato dopo molti anni in Ticino, sua terra di origine, Andrea ha da subito dimostrato un grande entusiasmo nella mia idea di fondare un centro espressamente dedicato allo studio delle innovazioni dirompenti e ha contribuito in modo determinante alla sua progettazione e realizzazione. Formalmente il SIDI ha aperto i battenti nel 2016, ma un ulteriore e determinante impulso per il suo sviluppo lo abbiamo avuto quando Tesla, dopo aver visto quello a cui stavamo lavorando, ha scelto di supportarci e di diventare main partner dell’istituto. Oggi il team del SIDI è composto da dieci coordinatori principali che a loro volta gestiscono un proprio gruppo di esperti negli specifici campi. Durante l’ultima riunione, svoltasi su una piattaforma di realtà virtuale interattiva di cui Sidi è beta-tester, eravamo contemporaneamente collegati in 36 persone da 14 paesi diversi.

Quali sono i progetti per il 2018?

Abbiamo in programma tre conferenze, una a Lugano, una a Milano e una a Dubai e a dicembre dello scorso anno abbiamo lanciato un concorso che si protrarrà fino a maggio e che ha lo scopo di instillare nei bambini tra i 5 e i 12 anni il piacere della scoperta, dell’innovazione e del pensiero creativo; risorse preziose che in futuro saranno sempre più indispensabili ma che vanno stimolate e coltivate in giovane età.

 

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