CANTONEIl Ticino tutto da scoprire è chiuso dentro a una scatola

NEGGIO - Il Ticino chiuso in una scatola, diversa ogni volta: perché pian piano lo si possa raccontare tutto, attraverso il suo buon vino e il cibo che produce, ma spesso rimane in una nicchia. «Proviamo noi a valorizzarlo, a portarlo lontano».

Noi, cresciuti coi cavalli e le galline - Matilde, Alessandro, Camilla. Tre fratelli che di cognome fan Soldati, insieme poco più di 70 anni, cresciuti in un paesino di campagna che di abitanti non ne ha neanche quattrocento, fra i cavalli e le galline e gli alberi da frutto. «Nella nostra infanzia abbiamo visto pulcini uscire dall'uovo, abbiamo accarezzato salamandre, giocato con gli scoiattoli. Aiutiamo ancora il nonno con il fieno, cogliamo l'uva dalle piante, facciamo il succo con le mele. La terra ci ha dato tanto. Ora vogliamo provare a restituirle qualcosina».

Prima consegna entro novembre - Far conoscere le bontà del territorio, distribuite ogni mese in una "Ticinobox", dal nome della start-up che oggi nasce, con 5-6 prodotti al suo interno, sempre differenti e selezionati dopo una visita - e un assaggio - ai produttori locali. Nel pacco d'esordio «un salametto, vino rosso, riso, formaggio, amaretti ticinesi»; ma era solo un esperimento, un test. «Partiamo adesso, entro fine novembre vorremmo completare la prima consegna», a chi avrà sottoscritto un abbonamento a 48 franchi al mese, spedizione inclusa tramite Posta, e ogni trenta giorni scarterà curioso di scoprire che cosa c'è di nuovo. «Food and beverage, ma solo alimenti che non deperiscono». 

Un'esperienza, sensoriale e culturale - Non è un acquisto, dicono: è un'esperienza, anche culturale. Un modo per comprendere meglio il Ticino, anche attraverso il blog e le storie che narrano ora delle castagne, ora del formaggio, la birra artigianale, un giorno magari toccherà al nocino. «Vogliamo descriverlo e renderlo più interessante a chi non lo conosce così bene».

Ma perché solo il Ticino? - L'idea, che in parte viene «dalla Svizzera francese - spiega Camilla - dove mio fratello ha vissuto a lungo e le box in abbonamento, dei tipi più vari, sono diffuse», è di svelare i suoi segreti e le sue perle, a chi sta qui ma anche o soprattutto al resto della Svizzera. «Puntiamo ai 2mila iscritti, ma adesso è presto. Dobbiamo ancora trovare i fondi, presentarci al pubblico. Lo faremo per lo più attraverso i social e il passaparola. Per il momento, nessuno di noi abbandonerà le altre attività che già svolge. Io ha 25 anni e mi occupo di comunicazione, Alessandro, 26, di economia, Matilde, 22, sta studiando arti visive. Dovesse funzionare, potremmo dedicarci interamente al progetto». 

Una sorpresa per tutti - Stuzzicare, lavorare sul senso di sorpresa. Lo sarà in fondo un po' anche anche per loro, che gireranno il Ticino in cerca della specialità su cui puntare. «Decideremo insieme cosa mettere nella scatole. Andremo sul posto di persona, parleremo con i produttori. Ma è alla gente che pensiamo: appassionati di cibo e buona cucina  meritano di sapere quante possibilità in più offre il nostro cantone». Una scatola standard, in futuro però chi lo sa, «potremmo pensare di variare le dimensioni, offrire anche qualcosa di piccolo. Non tutti sono disposti o in grado di spendere sempre 48 franchi. Posto che si potrà recedere in qualsiasi momento dal contratto». 

Martino: «Ci sono anch'io» - Idee che pullulano, nella mente di chi non è neanche all'inizio. Fa capolino anche la testolina di Martino, il cuginetto che ha promesso di dare un a mano. Mica gratis: in cambio vuole essere pagato. Con una scatola, sì: però di Lego.