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SVIZZERADiritti d'autore: SUISA si accorda con Soundreef

10.01.18 - 14:55
L'azienda indipendente italiana, scelta già da artisti come Fedez e J-Ax, collaborerà con l'ente svizzero per quanto riguarda i media online
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Diritti d'autore: SUISA si accorda con Soundreef
L'azienda indipendente italiana, scelta già da artisti come Fedez e J-Ax, collaborerà con l'ente svizzero per quanto riguarda i media online

MILANO/BERNA - Soundreef e Suisa, la storica società svizzera di gestione collettiva di diritti d'autore, hanno stretto un accordo per la raccolta e ripartizione dei diritti dei propri autori ed editori per le utilizzazioni multi-territoriali online. Le due società uniscono i propri repertori nel dialogo con alcuni dei più importanti DSP – Digital Service Provider. Ne dà notizia la stessa Soundreef.

Si tratta di un'intesa strategica attraverso cui Soundreef e SUISA negoziano e raccolgono i diritti d'autore dei propri iscritti per alcuni tra i principali Digital Service Provider come Apple Music, Apple iTunes, Google Play, Amazon, Beatport, Deezer, Napster, Soundcloud, Spotify, Starmaker, Tidal, 7Digital, Vevo, Qobuz e Traxxsource.

Le utilizzazioni multi-territoriali online dei brani di autori ed editori di Soundreef verranno quindi gestite in questi casi in collaborazione con la SUISA, anche attraverso la piattaforma MINT (www.mintservices.com), creata in collaborazione con SESAC, Società di Gestione dei diritti americana.

«L’annuncio dell’accordo tra Soundreef e Suisa conferma le nostre perplessità sulla capacità di Soundreef di operare per la tutela del diritto d’autore - hanno commentato poco fa i portavoce Siae - Ci stupisce che una realtà che si è sempre dichiarata tecnologicamente avanzata sia costretta ad affidarsi a un'organizzazione terza per poter amministrare i diritti in un mercato, quello online, completamente liberalizzato sin dal 2008. Siamo dispiaciuti che la tutela di una parte del repertorio italiano sia stata affidata ad una società straniera, portando fuori dal nostro Paese un asset strategico dell’Industria culturale italiana».

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