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SVIZZERADoodle compie dieci anni

23.10.17 - 15:32
Il sito di pianificazione e sondaggi è nato nel 2007 da un'idea dell'ingegnere informatico argoviese Michael Näf. Attualmente dà impiego a 35 persone e conta oltre 26 milioni di utilizzatori
Keystone
Doodle compie dieci anni
Il sito di pianificazione e sondaggi è nato nel 2007 da un'idea dell'ingegnere informatico argoviese Michael Näf. Attualmente dà impiego a 35 persone e conta oltre 26 milioni di utilizzatori

ZURIGO - Il sito di pianificazione e sondaggi Doodle compie 10 anni e grazie a una formula semplice ed efficace rappresenta un esempio per le start-up svizzere.

L'idea di Doodle nasce nella testa dell'ingegnere informatico Michael Näf, intento a organizzare una cena per la quale si trova costretto a effettuare numerose telefonate. «Per trovare una data adeguata abbiamo impiegato parecchio tempo ed è stato molto difficile. Ciò mi ha dato l'impulso di riflettere per trovare una maniera più performante», afferma il fondatore di Doodle all'ats.

Insieme al collega Paul Sevinç, allora collaboratore scientifico e insegnante al Politecnico federale di Zurigo (EPFZ), l'ingegnere argoviese si concentra sullo sviluppo di Doodle, raggiungendo gradualmente diverse centinaia di migliaia di utilizzatori.

Nel 2007 i due informatici fondano Inturico Engineering, società madre di Doodle con base a Zurigo, che si professionalizza per poter crescere, beneficiando inoltre di un coaching professionale da parte della Commissione federale per la tecnologia e l'innovazione (CTI).

Una prima raccolta fondi nel 2008 permette all'azienda di espandersi. A marzo dello stesso anno la società diventa Doodle AG e registra il dominio doodle.com in ottobre. Entro la fine dell'anno si calcolano mensilmente oltre 2 milioni di fruitori.

L'utilizzo di Doodle - parola inglese che significa "scarabocchio" - è pensato per essere semplice ed efficace. Le persone interessate a organizzare un incontro o un evento inviano un messaggio o una mail contenente un link verso un sondaggio. Gli invitati possono così selezionare le date in cui si ritengono disponibili e verificare quale opzione indica il numero maggiore di persone presenti.

Questo metodo permette al sito internet di diventare sempre più noto in poco tempo. «È molto virale», rileva Jean-Marie Ayer, professore di imprenditoria e innovazione all'Alta scuola di gestione di Friburgo (HEG-FR). Se si utilizza una volta, gli amici che partecipano al sondaggio ne creeranno di nuovi con altri gruppi».

Il servizio di base è gratuito e finanziato dalle pubblicità presenti sul sito, ma dal 2009 la start-up propone servizi a pagamento per privati e aziende. Secondo Ayer, questo modello di affari, poco noto in Svizzera, può suscitare qualche reticenza presso gli investitori in merito ai bisogni finanziari e ai rischi importanti legati alla creazione di una larga base di utilizzatori. La programmazione e i software sono piuttosto destinati al settore professionale con vendite su una scala più piccola e licenze elevate, precisa il professore della HEG-FR.

Doodle, che non comunica i risultati finanziari, raggiunge la soglia di redditività nel 2010 e l'anno successivo Tamedia investe nell'azienda acquisendo una partecipazione del 49%. Nell'ottobre del 2011 Doodle ottiene il terzo posto della top-100 delle start-up più promettenti in Svizzera da parte dell'Istituto per giovani imprenditori (IFJ).

«I suoi fondatori hanno saputo sviluppare una piattaforma semplice e molto efficace. Sono riusciti a sfruttare al massimo l'effetto virale e a vendere pubblicità mirata», spiega Jordi Montserrat, direttore di Venturelab che ha lanciato la top-100 nel 2011.

Nel novembre del 2014 Tamedia riprende interamente Doodle: Michael Näf e Paul Sevinç vendono le loro quote e si ritirano dal consiglio di amministrazione per dedicarsi ad altre attività all'interno della start-up.

Nel 2015 viene aperto un nuovo ufficio a Berlino per espandersi internazionalmente. Doodle impiega attualmente 35 persone e rivendica oltre 26 milioni di utilizzatori. «Era e rimane sempre motivante poter gestire e sviluppare un servizio utilizzato da molte persone», ribadisce Michael Näf. «È inoltre importante per la scena delle start-up poter raccontare storie di successo di questo genere, che sono anche seguite internazionalmente», conclude.

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