La criptovaluta si è ripresa alla grande dopo il boicottaggio della Cina, che ora pare ci stia ripensando
NEW YORK - In attesa che la bolla scoppi, il bitcoin cresce. Venerdì ha raggiunto il record assoluto di 5'866 dollari.
All'inizio dell'anno non ne valeva nemmeno un migliaio. Poi la rapida ascesa, che il 3 settembre lo aveva portato a superare i 4'600 dollari, prima di "precipitare" sotto i 3'600 il 15 settembre, in seguito all'annuncio della Cina che l'aveva messo al bando.
Il credito di cui però inizia a godere anche presso le istituzioni, che valutano il pagamento delle tasse in bitcoin - in Svezia già è possibile -, ha fatto riguadagnare terreno alla criptovaluta e ora anche la stessa Cina pare stia pensando a un dietrofront.
Gli analisti , però, mettono in guardia. Se è vero che, come dice il ceo di JPMorgan, il bitcoin è una frode, la crisi che seguirebbe al suo crollo farebbe impallidire anche quella del 2008. «Non è possibile un business in cui si inventa una moneta dal nulla, pensando che chi l’acquista sia davvero intelligente, semplicemente, si tratta di una cosa non reale, che esploderà, con il risultato che qualcuno si farà male», ha dichiarato infatti Jamie Dimon.
Altre banche, però, sono tutt'altro che disfattiste. Goldman Sachs ha già mostrato apertura e Citygrop pare stia esaminando Bitcoin e blockchain come opportunità da esplorare.