Elezioni municipali segnate da un tasso di astensione superiore al 50% e il boicottaggio dell'opposizione
CARACAS - Il partito di governo in Venezuela ha vinto con ampio margine le elezioni municipali svoltesi ieri, segnate da un tasso di astensione superiore al 50% e il boicottaggio delle urne da parte dei principali partiti dell'opposizione, che le hanno denunciate come «fraudolente».
Secondo i primi risultati generali diffusi dal Consiglio Nazionale Elettorale (Cne), dopo il conteggio dei voti emersi dal 97,02% dei seggi scrutinati, dei 41 comuni nei quali esiste una certezza totale sul risultato, solo uno non è andato al candidato del Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv).
Il tasso di affluenza, secondo il Cne, è stato del 47,32% degli aventi diritto, mentre nelle precedenti comunali, svoltesi nel dicembre del 2013, la partecipazione era stata ben più alta: il 58,36%.
Il presidente Nicolas Maduro ha annunciato i risultati con tono trionfalistico, dichiarando che il chavismo ha vinto in 300 dei 335 comuni, il che dimostra che «abbiamo sconfitto gli imperialisti che hanno cercato di dare fuoco al Paese per rubarsi le nostre ricchezze» grazie ai «nostri voti, le nostre idee, le nostre verità e la volontà popolare».
Maduro ha approfittato dell'occasione per annunciare che «i partiti che non hanno partecipato al voto non potranno farlo più e scompariranno dalla mappa politica», in allusione ai principali partiti dell'opposizione, che hanno chiamato al boicottaggio delle urne.
Da parte sua, la coalizione antichavista del Tavolo dell'Unità Democratica (Mud, nella sua sigla in spagnolo) ha respinto come «fraudolente» le elezioni, segnalando che «le irregolarità e la scarsa affluenza hanno segnato la giornata elettorale» e sottolineando che «non sono state elezioni, nel senso in cui lo stabilisce la Costituzione».
Julio Borges, presidente del Parlamento - in mano all'opposizione - era oggi a Roma, dove ha incontrato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, prima di viaggiare a Strasburgo mercoledì prossimo, per ricevere il Premio Sakharov per la libertà di pensiero dell'Europarlamento.
Il governo e i rappresentanti del Mud devono incontrarsi la settimana prossima per una nuova riunione del dialogo politico lanciato a Santo Domingo, ma le prospettive di un accordo - anche se Maduro ha detto che è «pronto a firmarlo subito» - sono praticamente inesistenti, date le condizioni inderogabili già annunciate dalle due parti.