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TURCHIARipulisti Erdogan, si dimette anche il sindaco di Ankara

23.10.17 - 19:45
Dopo aver guidato la capitale turca dal 1994, Melih Gokcek, esponente di spicco dell'Akp, lascerà la carica sabato prossimo
Keystone
Ripulisti Erdogan, si dimette anche il sindaco di Ankara
Dopo aver guidato la capitale turca dal 1994, Melih Gokcek, esponente di spicco dell'Akp, lascerà la carica sabato prossimo

ANKARA - Recep Tayyip Erdogan completa il suo repulisti interno. A un mese dall'addio del sindaco di Istanbul, il presidente turco ottiene nel giro di poche ore le dimissioni che voleva dei primi cittadini della capitale Ankara e di Bursa, le altre due più grandi città del Paese in mano al suo Akp. Un epilogo che spazza via settimane di polemiche sulle resistenze interne al partito, ribadendo ancora una volta che a comandare è solo Erdogan.

L'ultimo a cedere, il sindaco di Ankara, era anche il più atteso. Alla guida della capitale turca sin dal 1994, quando anche Erdogan venne eletto a sindaco di Istanbul, Melih Gokcek è una figura carismatica e molto controversa, noto per le sue uscite al limite del grottesco, ma con un seguito pesante.

Il suo sacrificio avviene sull'altare del cruciale ingorgo elettorale del 2019, quando nel giro di 6 mesi la Turchia voterà per amministrative, parlamentari e - per la prima volta dopo il referendum presidenzialista - per eleggere il nuovo capo dello stato plenipotenziario. Un appuntamento che Erdogan non vuole rischiare di fallire.

Da quando a maggio è tornato anche formalmente alla guida del partito, il leader turco non ha fatto mistero della volontà di rinnovarlo e ringiovanirlo. Sfoggiando il suo proverbiale gusto per la metafora, ha parlato di "fatica metallica" a proposito di amministratori e dirigenti politici, in carica secondo lui da troppo tempo.

Un giro di vite interno su cui pesa anche l'ombra dei conti mai fatti - almeno pubblicamente - con i legami tra l'Akp e la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, ex sodale poi diventato il nemico numero uno di Erdogan. Il primo a cedere alle richieste del presidente era stato a fine settembre il sindaco di Istanbul, Kadir Topbas, che dopo più di 13 anni al potere e tre vittorie di fila nelle urne aveva abbandonato la poltrona senza troppo clamore. Su di lui pesava non poco l'arresto del genero, l'imprenditore Omer Faruk Kavurmaci, che nella metropoli sul Bosforo aveva fatto affari d'oro prima di finire in carcere per sospetti legami con i 'gulenisti'.

Una 'sindrome del genero' che non ha risparmiato il primo cittadino di Duzce, sul Mar Nero, dimessosi poche settimane dopo l'arresto del marito della figlia, sempre con le stesse accuse. Non c'era voluto molto perché abbandonasse anche il sindaco di Nigde, nel cuore dell'Anatolia, granaio di voti dell'Akp. Un fuoco di fila di dimissioni forzate che oggi pomeriggio ha travolto Bursa, centro industriale strategico per la Turchia, e alla fine, inesorabilmente, anche Ankara.
 
 

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