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ITALIAReferendum, sì anche per i Cinquestelle

23.10.17 - 15:47
Keystone / EPA
Referendum, sì anche per i Cinquestelle

VENEZIA - L'istituto Cattaneo di Bologna in occasione del Referendum Veneto ha compiuto delle analisi sugli spostamenti di voto verificatisi rispetto a precedenti consultazioni considerando tre capoluoghi su sette, i Comuni di Padova, Treviso e Venezia. Il confronto è stato fatto con le elezioni politiche del 2013.

Un primo risultato è quello che mostra, secondo l'istituto, in tutte e tre le città considerate l'unanime partecipazione a favore del Sì degli elettori leghisti. Per i ricercatori bolognesi la Lega è stata la principale promotrice del referendum ed è un partito che, rispetto alle elezioni del 2013, ha rafforzato la propria presenza e il proprio peso elettorale.

All'interno delle altre forze della coalizione del centrodestra non ci sarebbe però stata, per i ricercatori del Cattaneo, altrettanta unanimità. L'elettorato che nel 2013 scelse il Pdl fa emergere qualche defezione. Una quota di un certo rilievo (pari al 20% a Treviso, al 28% a Padova e al 68% a Venezia) ha infatti disertato le urne. Un risultato che appare in linea con precedenti consultazioni elettorali, ossia con la tradizionale refrattarietà di una parte dell'elettorato "berlusconiano" ad impegnarsi nelle consultazioni referendarie.

Un dato certamente interessante è quello che mostra in tutte e tre le città considerate gli elettori del M5s unanimemente favorevoli al Sì. In questo caso, la promozione dell'autonomia del Veneto è stata, evidentemente, percepita come uno strumento da utilizzare contro il "sistema" a cui il M5s si oppone.

Gli elettori che nel 2013 scelsero il Pd si dividono. A prevalere è la scelta del non-voto, a cui aderisce una quota compresa fra il 57% di Venezia e il 66% di Padova. Vi è però anche una fetta rilevante pari a un terzo che, in linea con l'indicazione di alcuni esponenti di questo partito, ha scelto di recarsi alle urne e votare Sì. Vi è infine un 3% che sulla scheda ha votato No. Occorre tener conto che, rispetto alle elezioni del 2013, l'elettorato Pd è molto cambiato. Le analisi sui flussi delle europee 2014 avevano mostrato che aveva incorporato la quasi totalità degli elettori della "coalizione Monti". La scissione verificatasi in tempi più recenti (Mdp) ha poi fatto perdere una quota di voti alla sua sinistra.

I "centristi", ossia coloro che nel 2013 scelsero i tre partiti della "Coalizione Monti" - Scelta civica, Futuro e libertà, Udc, mostrano un comportamento che, a parte qualche scostamento a Padova, appare sostanzialmente in linea con quel che è emerso nell'elettorato Pd: prevalenza dell'astensione con una quota non trascurabile di elettori orientati per il Sì.

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