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MONDOPedopornografia, più di metà dei bimbi sfruttati ha 10 anni o meno

11.12.17 - 19:25
L'Unicef ritiene il dato «sconcertante, ma allo stesso tempo inferiore al 69% del 2015»
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Pedopornografia, più di metà dei bimbi sfruttati ha 10 anni o meno
L'Unicef ritiene il dato «sconcertante, ma allo stesso tempo inferiore al 69% del 2015»

NEW YORK - Il 53% dei bambini abusati e sfruttati per produrre sul web contenuti pedopornografici ha 10 anni o anche meno. A segnalare il dato «sconcertante, ma allo stesso tempo inferiore al 69% del 2015», è l'Unicef nel suo rapporto "Condizione dell'infanzia nel mondo 2017: figli dell'era digitale".

Un dossier nel quale l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Infanzia segnala che nel mondo un utente di Internet su tre è un bambino e che finora è stato fatto troppo poco per proteggere questi minori dai pericoli del mondo digitale e per aumentare il loro accesso a contenuti sicuri online.

Se la presenza su siti pedopornografici di bambini fino ai 10 anni di età è diminuita, non è accaduto lo stesso per quelli dagli 11 ai 15 anni, che dal 30% del 2015 sono passati al 45% nel 2016. E 9 url con contenuti pedopornografici su 10 identificati a livello mondiale sono localizzati in 5 Paesi: Canada, Francia, Olanda, Russia e Usa.

I giovani rappresentano nel mondo il gruppo di età più connesso alla rete. Nel mondo, il 71% di loro è online, comparato al 48% della popolazione totale. Quelli africani sono però i meno connessi, con circa 3 giovani su 5 offline, a fronte di solo 1 su 25 in Europa. E se la tecnologia digitale può offrire benefici ai bambini più svantaggiati, aumentando il loro accesso alle informazioni, il rapporto rivela che milioni di ragazzi stanno perdendo questa opportunità: circa un terzo dei giovani del mondo - 346 milioni - non sono online, aggravando le disuguaglianze e riducendo la capacità dei bambini di partecipare a un'economia sempre più digital.

Circa il 56% di tutti i siti web sono in inglese e molti bambini non possono trovare contenuti che comprendono o che siano culturalmente rilevanti. Esiste anche un divario di genere. A livello globale, nel 2017 ha usato Internet il 12% in più degli uomini rispetto alle donne. In India, meno di un terzo degli utenti di internet sono donne.

Secondo l'Unicef i governi e il settore privato non sono stati al passo con i cambiamenti, esponendo i bambini a nuovi rischi e pericoli e lasciando milioni di bambini più svantaggiati indietro. «Nel bene e nel male, la tecnologia digitale è attualmente una realtà irreversibile delle nostre vite. In un mondo digitale, la nostra sfida è duplice: ridurre i danni, massimizzando allo stesso tempo i benefici del web per ogni bambino», afferma il direttore generale Anthony Lake.

Il rapporto analizza inoltre come Internet aumenti la vulnerabilità dei bambini ai rischi e ai pericoli, fra cui l'uso improprio delle loro informazioni private, l'accesso a contenuti dannosi e il cyberbullismo. La presenza diffusa dei dispositivi mobili ha reso l'accesso al web per molti bambini meno controllato e potenzialmente più pericoloso. Reti digitali come il web sommerso e le criptovalute, si legge, stanno permettendo le peggiori forme di sfruttamento e abusi, fra cui la tratta e l'abuso sessuale di bambini online 'su richiesta'.

Il Rapporto contiene infine un sondaggio realizzato tra i giovani (13-24 anni) di 26 Paesi, dal quale emerge che ciò che piace meno di Internet è la violenza (23%) e cosa piace di più è invece 'imparare nuove cose per la scuola o la salute' (40%) e che il 42% ha imparato a usare la rete da solo.

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