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Savoretti: «Io e Dylan? Siamo amici di penna»

CANTONESavoretti: «Io e Dylan? Siamo amici di penna»

21.02.19 - 06:01
In attesa di vederlo esibirsi - per la prima volta - alle nostre latitudini il 7 maggio, negli scorsi giorni abbiamo incontrato Jack Savoretti negli studi Rsi di Besso
Foto Chris Floyd
Jack Savoretti, classe 1983.
Jack Savoretti, classe 1983.
Savoretti: «Io e Dylan? Siamo amici di penna»
In attesa di vederlo esibirsi - per la prima volta - alle nostre latitudini il 7 maggio, negli scorsi giorni abbiamo incontrato Jack Savoretti negli studi Rsi di Besso

LUGANO - Un live, in programma al Palacongressi di Lugano, durante il quale il songwriter italo-britannico - che, per inciso, ha vissuto parte della sua adolescenza a Carona - presenterà il suo nuovo album, il sesto in studio, “Singing To Strangers” (BMG Records), la cui pubblicazione è prevista il prossimo 15 marzo.

Jack Savoretti è tornato ad affidarsi al richiestissimo produttore Cam Blackwood (George Ezra, Florence and the Machine, Alabama 3...) e ha messo a punto un ennesimo gioiello, suddiviso in dodici tracce, forgiate sperimentando molteplici generi e stili, per poi rivestire, con eleganza, il (suo) folk pop d’autore: “Singing To Strangers”, di conseguenza, porta con sé un massiccio bagaglio sonoro, capace di guidare l’ascoltatore anche in territori chamber pop (“Candelight”), alt-tex mex (“Dying For Your Love”, per tutti gli adepti di Willie DeVille e Calexico), soul disco (“What More Can I Do”, “Youth and Love”) e rock blues (“Going Home”).

E non mancano nemmeno due collaborazioni d’eccezione: Bob Dylan è l’autore del testo di “Touchy Situation”, mentre con Kylie Minogue, Savoretti ha scritto e cantato “Music Is Too Sad Without You”.

Una perla rara - registrata la scorsa estate a Roma negli studi di Ennio Morricone - che giunge all’improvviso nel marasma musicale del nostro tempo…

Jack, un titolo curioso “Singing To Strangers”...

Un giorno mia figlia stava spiegando a un'amica il mio lavoro. E da bimba, molto semplicemente, le ha detto: “He sings to strangers”, canta agli sconosciuti. Per me, devo dire, è stata una rivelazione...

Raccontami la genesi di questo tuo sesto disco…

Ha preso forma da svariati spunti, tra cui un tour italiano, che mi ha portato a esibirmi tra le mura di teatri straordinari. Al loro interno ho sentito e percepito un certo tipo di ambientazione, fatta anche di odori e profumi. Odori e profumi che ho voluto riversare all'interno di queste mie nuove canzoni, di questo mio nuovo album.

Che vuoi dirmi del processo compositivo?

In passato ho sempre scritto imbracciando una chitarra, mentre questa volta ogni traccia dell'album è venuta alla luce in modalità pianoforte e voce. Ed è diverso: prima di incominciare a suonare, al pianoforte ti devi presentare...

Foto Chris Floyd

Bob Dylan ha scritto il testo di “Touchy Situation” e tu quelle strofe le hai musicate. Come è nata questa importantissima collaborazione?

Finora non ci siamo conosciuti personalmente. Lo chiamo il mio “penpal”, il mio amico di penna. La collaborazione ha in ogni caso preso forma in maniera un po’ strana: inizialmente, dovevo scrivere un brano con Steve Earle, ma una settimana prima del nostro incontro è saltato tutto. E per scusarsi dell'inghippo, il suo management (che è il medesimo del Menestrello di Duluth, ndr) mi ha proposto di lavorare su un testo inedito di Dylan trovato in ufficio, chiuso all'interno di una valigia. Non ci credevo. Due giorni dopo, invece, ho ricevuto una mail - con due testi allegati -, in cui mi si chiedeva di sceglierne uno. Da quel momento ho iniziato a musicare “Touchy Situation”, spostando qua e là anche versi e strofe...

Una precisazione: chi ti ha inviato la mail, il management o lo stesso Dylan?

La mail era firmata Bob… (ride, con entusiasmo e anche una certa emozione)

Immagino potremmo definirlo il momento più importante della tua carriera...

Certo. Ma è uno dei momenti più importanti anche dal punto di vista personale... Calcola che a 16 anni andai a vederlo a Zurigo con la mia ragazza di allora... Fu il mio primo concerto...

Foto Chris Floyd

E del duetto con Kylie Minogue, che vuoi dirmi?

Nick Kelly, un regista irlandese, stava utilizzando una serie di mie canzoni per “Halal Daddy”, un film da lui realizzato nel 2017. Nick è anche molto amico di Kylie e, visto che alla pellicola serviva un’altra canzone, le ha proposto di realizzare un duetto con me. Inizialmente, avremmo dovuto reinterpretare “Rivers Of Babylon”, il brano dei Melodians del 1970, trasformato otto anni più tardi dai Boney M. in un successo internazionale. Alla fine, però, io e Kylie abbiamo optato per un pezzo nuovo, ed è nato “Music Is Too Sad Without You” (guarda il video).

Cosa hai ascoltato durante il concepimento e le registrazioni dell’album?

Da Ennio Morricone a Chet Baker, così come Patty Pravo, Luigi Tenco, Lucio Battisti, Elton John (“Madman Across The Water”, DJM, 1971) e Serge Gainsbourg (“Histoire de Melody Nelson”, Philips, 1971).

Foto Chris Floyd

Ora vivi a Londra. Immagino che dentro di te sia rimasto tanto di Lugano, del Ticino…

Sono cresciuto a Carona, sul San Salvatore: ho ricordi favolosi di quel periodo della mia vita. Così come della scuola americana (Tasis), che mi ha regalato gli amici più importanti, mentre, nel contempo, mi ha fatto scoprire la musica e l’arte. Sono onorato di potermi esibire per il pubblico ticinese.

Prevendita: biglietteria.ch

 

 

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